Giorgia Meloni al Tg1: "Zaki? Non mi aspetto riconoscenza"
"Non mi aspetto riconoscenza". Giorgia Meloni, intervistata dal Tg1, interviene su Patrick Zaki e la polemica al rifiuto di quest'ultimo di tornare in Italia su un volo di Stato e stringere la mano alla premier che ha contribuito alla sua liberazione per non partecipare a "passerelle politiche", come spiegato dallo studente egiziano dell'Università di Bologna. Zaki tornerà in Italia domenica, e tra una settimana festeggerà a Bologna con gli amici dell'Università. Ancora non è noto se parteciperanno anche rappresentanti politici locali.
Vi ripropongo la mia intervista al Tg1. Buona serata. pic.twitter.com/KKsPQsJRzp
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) July 22, 2023
La grazia concessa dal presidente egiziano Al-Sisi a Patrick Zaki, ha spiegato la presidente del Consiglio e leader di Fratelli d'Italia al Tg1, è stata ottenuta "con pazienza e determinazione. È un altro segno del rispetto che l'Italia ha in questo momento e anche dell'approccio diverso che noi abbiamo inaugurato con i paesi del Nord Africa". "Un approccio che è rispettoso, pur nelle enormi differenze che esistono tra noi. Era un obiettivo importante e l'ho centrato e voglio anche dire che rispetto al dibattito di questi giorni non mi aspetto per questo riconoscenza, non mi interessa. Era giusto farlo, l'abbiamo fatto e lo facciamo indipendentemente da ogni altra considerazione".
"Il filo rosso è la centralità mediterranea e il rapporto con l'Africa", allarga il campo della sua analisi la Meloni, anche riferendosi alla Conferenza internazionale organizzata dal governo italiano su sviluppo e migrazioni domenica a Roma, che precederà il summit Fao di lunedì e infine la visita a Washington con un incontro con il presidente Joe Biden. "L'Europa e l'Occidente in questi anni hanno ritenuto di non doversi occupare dell'Africa e questo per me è un errore - sottolinea la presidente del Consiglio - e lo è soprattutto per le nazioni che pagano le conseguenze come l'Italia. Oggi c'è un approccio diverso: l'accordo con la Tunisia e le risorse stanziate dalla Ue dimostrano che è cambiato l'approccio e questo è un merito che si deve soprattutto al governo italiano".