Bonaccini, chi ha abbracciato. Il segnale: Schlein, settimane contate
Stefano Bonaccini ha chiuso la due giorni a Cesena, in Emilia Romagna, di "Energia popolare" la sua corrente "non corrente". E ha abbracciato Romano Prodi che da tempo immemore non partecipava a eventi del Pd. Un segnale nascosto per Elly Schlein. La presenza del professore infatti non era scontata e il suo appoggio al presidente del Partito democratico - e alla sua corrente? - ha un significato ben preciso per la segretaria e per la base dem che come ha dimostrato durante le ultime primarie sostiene proprio Bonaccini.
"Grazie Romano Prodi, non ti abbiamo chiamato per essere solo, seppur grande, un padre nobile, ma anche perché ci hai insegnato a vincere (dopo di lui non ce l’ha fatta più nessuno) e anche perché ci hai insegnato che per vincere bisogna allargare e uscire dall’area ombelicale in cui il Pd è stato per troppo tempo", ha detto Bonaccini.
E Prodi li ha avvisati: "Ricominciamo dagli errori compiuti, quando il Pd ha pensato solo a interessi di breve periodo, la riforma elettorale, la riforma della Rai, alcuni cambiamenti costituzionali imprudenti, il finanziamento pubblico dei partiti, la difesa della democrazia. Tutti cedimenti alla situazione, Ricominciamo a parlare con tutti gli italiani, indicando il cammino per la rinascita". Perché ha proseguito il professore, "il Pd ha ancora la possibilità di essere perno della trasformazione, ma è un obiettivo che può essere raggiunto solo con spirito unitario, troppe volte mancato. Non è facile ricostruirlo ma è la condizione perché il Pd possa presto tornare alla guida della nostra Italia".
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Perché "abbiamo deprecato tante volte la crescita del populismo e l'instabilità a cui il populismo ha dato il contributo. Il populismo è il rifugio del popolo che non trova casa. E la casa non l'ha trovata nemmeno nel Pd. Il Pd ha perso metà dei suoi elettori, 6 milioni di voti". Quindi Prodi sembra mandare un messaggio a Elly Schlein: "Abbiamo smesso di riflettere sull’idea di Paese che vogliamo costruire, non ci pensiamo più. Sono prevalse le esigenze delle alleanze temporanee anche per equilibri di potere". E ancora: "Non sono contrario alle alleanze, vanno costruite. Io ho cercato di costruire delle coalizioni, ma esse devono fondarsi su una idea condivisa dell’Italia e del suo futuro".