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Michele Serra, meteo torrido? "Colpa della destra"

francesco specchia
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C’era una volta il nazifascismo applicato alla nostra premier della Garbatella, trattata in tutta la campagna elettorale come Ilsa la belva delle SS. Poi, però, la Meloni ha vinto le elezioni politiche. E quindi, basta nazifascismo. Quindi sono arrivati il «precarismo» e l’abisso della recessione. Ma poi la Meloni ha vinto le amministrative (facendo impennare il Pil, e l’occupazione al massimo storico). Sicché: fine anche della recessione. Ora, invece, siamo alla fase «revisionismo climatico», della «destra nero fossile» come pittorescamente la descriveva l’Enrico Letta. Però poi Letta si è carbonizzato. E alla porte c’è il voto Europeo: ergo, se valgono i cicli e ricicli, sulla vittoria al Parlamento Europeo, dovremmo andare lisci.

 

Eppure, bisognerebbe studiarla bene questa teoria di Michele Serra su Repubblica che se il pianeta «s’infoca, i ghiacci si sciolgono e le tempeste flagellano», be’ è senza dubbio colpa delle «destre negazioniste» le quali hanno appena votato no alla legge sul «ripristino della natura». Delle stesse destre, trumpiane dentro, che aborrono le auto elettriche e non ammettono che l’intervento antropico stia fottendo il clima. Bisogna approfondire bene questa cosa dell’apocalisse climatica e della nostra Presidente del Consiglio che la nega. Perché codesto sarà l’argomento principe della campagna elettorale - di fatto già cominciata- per le elezioni europee. Ora, ognuno tiene ben dritta la barra del suo timone, per carità.

 


 

MARKETING POLITICO E la semantica del «negazionismo climatico» (che astutamente evoca quello storico dell’Olocausto associato al nazistoide David Irving e quello, più recente, del Covid) be’, si propone come il nuovo modello di marketing politico della sinistra continentale. Dietro cui ecco spuntare, come un fiero capo guerrigliero, Frans Timmermans, vicepresidente socialista della Commissione Europea e commissario per il clima. Epperò, trattasi d’un modello di marketing che, ad attente analisi, non regge. Per vari motivi.
Proviamo a girarla così. Partiamo dal concetto che la destra storica - da Edmund Burke a Martin Heiddeger, da Roger Scruton agli italiani Carlo Lottieri, Guglielmo Piombini, Novello Papafava - è da sempre ambientalista fino al midollo. Basterebbe sfogliare il corposo dossier sulla possibile autonomia energetica d’Italia redatto un anno fa, attraverso dati della Commissione Europea, dell’eurodeputato di Fratelli d’Italia-ECR Nicola Procaccini: tutt’un tripudio di «geotermico di Lardarello», di miniere di litio in Lazio e Toscana, di pannelli fotovoltaici flottanti nei bacini dei laghi. E basterebbe scambiare due chiacchiere con la maggioranza degli elettori dell’attuale centrodestra (che magari non abbiano le posizioni ardite di Lucio Malan o Claudio Borghi) per accertarsi di una verità consacrata. Tutti noi siamo consapevoli di non aver ereditato il pianeta dai nostri padri, ma di averlo preso in prestito dai nostri figli. Suvvia, caro Michele Serra.


Non siamo così idioti da non notare che uragani, ghiacciai in scioglimento e bolle termiche a 40° in agosto rappresentano certo il sintomo di un clima azzoppato. Ma siamo anche consci del fatto che la furia di Timmermans impone target irrealistici nella revisione delle caldaie, nella conversione green delle case, nella necessità dell’elettrico subito con annessa, curiosa, ostilità al biocarburante. Nell’adattamento, in sostanza, ai protocolli di Parigi. Siamo un’umanità ecologicamente dal fiato corto. Poi c’è questo paradosso: uno studio di Nature quantifica in 120 miliardi di dollari i risarcimenti che i Paesi «evoluti» (compresi quelli europei che liberano emissioni solo per l’8% del pianeta) dovrebbero versare per annidi «scompenso ecologici» ai cosiddetti paesi in via di sviluppo. E tra quest’ultimi spiccano India e Cina; i quali hanno già avvertito che continueranno ad inquinare tranquillamente fino al 2070 e 2060, fino al picco d’emissioni. Poi si vedrà. India e Cina, e tutti gli altri inquinatori non sono esattamente Paesi “di destra”.


LA FINE DEL MONDO E in Italia nessun esecutivo-formato pure da Pd e M5Svolle metter mai mano ai 21 miliardi stanziati fino al 2030 tra fondi nazionali ed europee, per la difesa del territorio. Né la sinistra al governo s’è mai degnata di convertire in legge la «bozza di piano di adattamento ai cambiamenti climatici». Solo che quella che prima era una dimenticanza, ora - a destra governante- diventa fanatismo negazionista. Ecco. A leggere Serra su Repubblica si un’idea un tantino terroristica di rassegnazione alla prossima fine del mondo. Mi ricorda quel film di Troisi, col monaco apocalittico che ripete: «Ricordati che devi morire...». Che, poi, fortunatamente, Michele Serra i turisti non lo leggono. Per il turismo in Italia si annuncia un risultato storico: per luglio 19 milioni di arrivi (+9% circa rispetto al 2019) e 81 milioni di pernottamenti. I visitatori stranieri sono destinati a superare gli italiani. Le destre saranno «sorde al grido d’allarme», come scrive Repubblica, ma i turisti sono sordi al grido negazionista delle destre. Ricordati che devi morire. Saranno mesi elettoralmente torridi, prepariamoci... 

 

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