Giuseppe Conte, la sceneggiata da Giorgetti con gli esodati del Superbonus
Che ci fa in piena estate Giuseppe Conte sul marciapiede rovente di via XX Settembre, davanti al ministero dell’Economia, a protestare in mezzo ad una dozzina di poveri cristi rimasti con i crediti del Superbonus 110% in mano? Nulla: il sudore gli rovinerebbe la stiratura della camicia, per non dire del ciuffo. Infatti si ferma lì due minuti, il tempo necessario per farsi fotografare in mezzo a loro. Martedì sera, ospite di In Onda su La7, aveva promesso battagliero: «Domani sarò al ministero, al Mef, con gli esodati del Superbonus». I quali stanno lì da dieci giorni e ieri lo hanno aspettato per ore.
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Il giustiziere con la pochette bianca si materializza alle 11.40. Poco prima ha chiesto appuntamento al ministro Giancarlo Giorgetti, il quale glielo ha concesso, come è dovuto ad un ex presidente del consiglio che è anche parte in causa, visto che il decreto del maggio 2020 che ha introdotto il Superbonus porta la sua firma e quella dell’allora ministro dell’Economia, il piddino Roberto Gualtieri. Si fa fotografare in mezzo al suo pubblico e indossa i panni del raddrizzatore di torti. «Ho chiamato il ministro Giorgetti, adesso entriamo e gli parliamo», annuncia pugnace. Il colloquio dura poco più di mezz’ora, nella sua banalità rituale: zero pathos, nessuno dei due dice una cosa che già non si sapesse.
Un copione che a Conte va benissimo, perché il primo responsabile della catena di errori che ha creato quegli esodati è lui. Chi è venuto dopo ha dovuto fermare un treno in corsa che aveva creato titoli di credito fiscale per 62 miliardi di euro, diventati impossibili da smaltire, e altri ne stava producendo.
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Poco più della metà è stata assorbita dal sistema, restano 30 miliardi di crediti incagliati per i quali il povero Giorgetti sta cercando una soluzione. Così, quando esce dal ministero e torna su quel marciapiede, Conte conclude la recita rivendendo ai disperati che lo attendono speranzosi l’unica versione possibile: «Abbiamo detto che lo Stato non può volgere la testa dall’altra parte. C’è la disponibilità di massima ad intervenire con un decreto, anche urgente, individuando una platea di cessionari più ampia rispetto a quella attuale». E via nell’auto con la scorta, al fresco dell’aria condizionata. Gli esodati del 110% stanno come prima, Giorgetti ha sempre una grossa rogna da risolvere, il leader dei Cinque Stelle ha guadagnato qualche foto e qualche titolo sui giornali.