Matteo Salvini piega i sindacati: sciopero dimezzato, furia-Cgil
Alla fine Matteo Salvini ha dovuto usare l’arma della precettazione per dimezzare lo sciopero dei treni. I sindacati – dopo ore di incontri con il vicepremier e le aziende – hanno confermato l’agitazione ferroviaria di 24 ore di giovedì. L’intervento del vicepremier e ministro dei trasporti lo riduce a dodici ore, dalle 3 del mattino alle 15, con disagi più limitati. Il massimo consentito dalla legge per non impedire il diritto di astensione dal lavoro, determinata dalle difficoltà di rapporti con le aziende dei trasporti, Trenitalia e Italo. Poi, si vedrà – con le riunioni svolte anche ieri – per quel che accadrà nel settore aereo, con lo sciopero programmato per sabato. Salvini ha firmato l’ordinanza per il dimezzamento dello sciopero dei treni manifestando comunque volontà di dialogo. «Un milione di persone non possono essere lasciate a piedi» con il clima torrido di questi giorni, ha detto il ministro: «Mi adopererò affinché le aziende incontrino i sindacati per dare soddisfazione ai lavoratori delle ferrovie».
Tutta la giornata di ieri è stata un susseguirsi di riunioni al ministero, con il vicepremier seriamente intenzionato a cercare un’intesa tra le parti, che finora non è maturata. Altra riunione è stata dedicata all’astensione dal lavoro prevista sabato per il trasporto aereo e c’è ancora qualche ora di tempo per parlarsi. Dai sindacati le accuse sono rivolte a Trenitalia e Italo, i cui manager non hanno fatto «nulla di concreto per rispondere alle esigenze dei lavoratori». A dirlo è stato Roberto Napoleoni, segretario nazionale della Uil trasporti. «Respingiamo- afferma quindi Napoleoni- le accuse di danneggiare i viaggiatori, tutelati da una normativa che peraltro - sottolinea - è molto severa attraverso fasce di garanzia e treni garantiti».
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C’È UN TEMPO PER TUTTO - Anche dalla Filt ribadita la posizione sindacale: «Il ministro ci ha chiesto se c’erano le condizioni per rinunciare allo sciopero, ma oggettivamente le condizioni non c’erano. C’è un tempo per tutto e non si può pensare che lo sciopero venga disdetto poche ore prima che inizi». A parlare è il segretario nazionale Eugenio Stanziale per il quale «le aziende ci hanno detto le stesse cose che hanno detto in questi ultimi mesi quindi le condizioni non ci sono». Per questo – ha aggiunto «anche se apprezziamo la volontà di trovare una soluzione noi andremo avanti con lo sciopero sperando che le aziende siano consapevoli che questo continuare a dilazionare non produce effetti positivi né per i lavoratori ma soprattutto per gli utenti». Idem per la Fit-Cisl. Il suo segretario Gaetano Riccio ha pure denunciato i comportamenti aziendali: «Abbiamo proclamato lo sciopero da tre settimane e in queste tre settimane - sottolinea Riccio - non c’è stata nessuna disponibilità da parte delle aziende, che a parole ci hanno ribadito di essere pronte a trattare, ma allora non abbiamo capito perché non l’hanno fatto fino ad oggi. Noi - afferma il segretario cislino siamo pronti a presentarci ai tavoli un minuto dopo la fine dello sciopero». Infatti, continua con un’apertura di credito al ministro Salvini, «l’invito del ministero a mettere insieme noi e le aziende al tavolo è qualcosa che valutiamo positivamente perché evita che il conflitto possa ulteriormente degenerare».
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LE PROTESTE - Dai consumatori sale la protesta: «Qualsiasi sciopero indetto nel periodo estivo, quando cioè aumentano le partenze degli italiani, è una vera e propria violenza verso i cittadini, ingiustamente presi ad ostaggio per rivendicazioni sindacali che, seppur giuste nelle motivazioni, arrecano danni morali e materiali immensi agli utenti». Lo afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. Per questo, spiega Rienzi «riteniamo utile il tavolo convocato dal ministro Salvini, ma crediamo debbano intervenire anche il Garante sugli scioperi e i Prefetti di tutta Italia allo scopo di vietare scioperi dei trasporti nel periodo delle partenze estive, precettando tutti i lavoratori del comparto».