Giorgia Meloni, magistratura: "Nessuno scontro, ma qualcosa non funziona"
Giorgia Meloni, nella conferenza stampa al termine del summit della Nato a Vilnius ribadisce che "l’Italia sostiene gli adattamenti in corso della Nato come confermato dagli importanti contributi nel Fianco orientale e nel Mediterraneo". "Abbiamo rivendicato il nostro ruolo nell’Alleanza e l’attenzione che va data al fianco orientale ma chiesto anche maggiore attenzione al fianco sud", ha detto la presidente del Consiglio. "Anche questo vertice è riuscito a ribadire una delle certezze che abbiamo avuto. In questo tempo che è l’unità dell’Alleanza atlantica, che è la determinazione di tutti gli alleati a difendere i propri valori, a difendere le regole del diritto internazionale senza le quali nessuno di noi sarebbe al sicuro", ha rimarcato Meloni. "E chiaramente difendere il diritto internazionale, difendere la sicurezza comune è anche il modo migliore che abbiamo per difendere la sicurezza dei nostri cittadini".
Inoltre, ha proseguito la premier, "la guerra in Ucraina ha avuto pesanti ripercussioni soprattutto su Paesi in via di sviluppo come quelli dell’Africa. Sono conseguenze che creano instabilità, in cui si s’inseriscono spoiler esterni e fondamentalismi". Quindi ha avvertito Giorgia Meloni, "questo si ripercuote anche da noi, in Europa, perché siamo i vicini più prossimi". Parlare poi di un rivale sistemico come la Cina senza parlare delle catene di approvvigionamento o delle materie prime critiche sarebbe come giocando a scacchi "muovere la regina senza rendersi conto che c’è l’alfiere pronto a mangiarla". "Il tema del controllo delle catene di approvvigionamento così come la salvaguardia dell’elemento tecnologico sono settori su cui lavorare insieme", ha detto Meloni che ha peraltro confermato che Biden l'ha invitata alla Casa Bianca il 27 luglio.
Rispondendo infine alle domande dei giornalisti la presidente del Consiglio ha chiarito che "non c’è alcun conflitto fra il governo e la magistratura". "Chi confida nel ritorno dello scontro fra politica e magistratura visto in altre epoche resterà deluso", ha aggiunto. "Conveniamo tutto sul fatto che in Italia la giustizia abbia bisogno di correttivi, vada resa più veloce ed efficiente". Ci sono poi delle "anomalie", ha osservato ancora la Meloni, sul caso di Daniela Santanchè e Andrea Delmastro. "Questa è la questione che ho posto. Sul piano della procura qualcosa non funziona", ha detto Meloni. "Quando la questione diventa politica perché un ministro (Santanchè, ndr) si trova su un quotidiano un’indagine che non le è stata notificata, peraltro su un quotidiano di un imprenditore che non è in grado di fare la morale sui debiti, io segnalo che c’è un difetto di procedura". La questione del sottosegretario Delmastro, poi, "mi ha molto colpito: è una questione politica. È sottosegretario alla Giustizia e riguarda un rappresentante del governo nell’attuazione del suo mandato", ha spiegato Meloni. "È stata adottata una procedura coattiva nei suoi confronti, da parte di una procura non nota per fare sconti. In un processo di parti e di terzietà del giudice, significa che il giudice non dovrebbe sostituirsi al pm". Per quanto riguarda il figlio di Ignazio La Russa, Meloni si è limitata a dire: "Comprendo bene da madre la sofferenza del presidente del Senato. Ma la politica resti fuori. Lo capisco come padre, ma io non sarei intervenuta", ha concluso il premier.