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Lollobrigida, lo sfogo: "Inchieste sospette. Dopo Berlusconi tocca a noi"
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Sembra di vedere un film già visto. Quello sulla giustizia a orologeria. Del resto lo scadenzario di alcune inchieste giudiziarie è "molto sospetto" anzi "preoccupante". Una cosa evidente a tutti. Ma questa volta a lanciare l'allarme è il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, che dopo aver terminato di presentare la social card contro il caro prezzi (380 euro per chi ha un Isee fino a 15mila euro), ha rilasciato una intervista a Il Foglio in cui solleva la questione.
Il ministro del Turismo Daniela Santanchè, Andrea Delmastro e poi il figlio di Ignazio La Russa, Leonardo Apache. Tre nomi di peso di Fratelli d'Italia sono finiti nel mirino dei magistrati. E il ministro - e cognato della presidente del Consiglio Giorgia Meloni - giustifica la concomitanza di fascicoli aperti a carico di personalità di primo piano del suo partito, Fratelli d’Italia, come una conseguenza politica: "D’altronde siamo gli eredi di Berlusconi - dichiara non senza ironia - e queste sono le conseguenze". Insomma, ragiona il ministro Lollobrigida, "prima è toccato a lui, ora tocca a noi". E se Silvio Berlusconi, conclude, "aveva raccolto in sè tutte le potenzialità delle inchieste dei magistrati, adesso che non c’è più ha liberato energia".
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La Postina con Zanellato diventa Dotta
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