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Elly Schlein vuole altre tasse: "Colpire le rendite finanziarie"

Elisa Calessi
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Forse, complice il caldo, la conferenza stampa di oggi alle 14.30 a Montecitorio, non sarà affollata. Ma sarà un test importante per definire ancora meglio il Pd di Elly Schlein: se sono confermati i timori di chi vede uno spostamento a sinistra o se, invece, saranno smentiti. La segretaria, infatti, presenterà le proposte del Pd sul fisco, in occasione della delega presentata dal governo.

E a dare un’anticipazione è stata proprio la segretaria, ieri, intervistata da Metropolis. Il quesito riguardava un fatto di cronaca: l'eredità di Silvio Berlusconi. E le imposte che i suoi eredi dovranno pagare. Non si tratta di una cifra un po’ troppo esigua?, è la maliziosa domanda degli intervistatori. E ancora: il Pd vuole o no alzare la tassa di successione? Vuole o no mettere la patrimoniale? Schlein sorride: «Il Pd», dice, «presenterà in conferenza le proposte. C’è l’idea di abbassare le tasse sul lavoro. Poi c’è la questione sulla tassazione sulle rendite, che è diversa», però, aggiunge, «dalla patrimoniale». «Siamo per un sistema fiscale più equo e che sia ispirato ai criteri di progressività, mentre il governo sta creando misure inique, ad esempio la flat tax orizzontale».

Ma quale sia la direzione non è un mistero. Del resto, se si vogliono abbassare le tasse sul lavoro, da qualche altra parte bisogna recuperare le entrate. E in un’ottica di “redistribuzione”, la filosofia è quella di spostare i carichi fiscali. Nella mozione con cui Schlein ha vinto le primarie, la ricetta è netta: «Il fisco che vogliamo», si legge, «redistribuisce i redditi e la ricchezza e contribuisce a ridurre le diseguaglianze sociali». 

 

Quindi, prosegue: «In una riforma fiscale progressiva anche il tema dei grandi patrimoni deve essere affrontato in un’ottica redistributiva, a partire dall’allineamento della tassa sulle donazioni e successioni al livello degli altri grandi Paesi europei». Ossia bisogna alzarle. Per il resto, la segretaria ha definito “grave” la possibilità che alle prossime elezioni europee salti la coalizione Ppe-Socialisti che da decenni regge l’Europa e che una «cultura politica come quella dei popolari europei» scivoli «verso il nazionalismo» che «ha sempre e solo portato guerra nel nostro continente». Ha attaccato, poi, il ddl Calderoli sull'autonomia, bersaglio della manifestazione che il Pd organizzerà il prossimo week-end a Napoli: «È un disegno che trasuda l’antico disegno secessionista della Lega». E, incalzata su Vincenzo De Luca, che forse diserterà l’iniziativa, ha (non) risposto così: «È l’iniziativa di un partito unito contro l’autonomia».

 

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