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La Russa, insieme al figlio la sinistra vuole processare i "maschi di destra"

Giovanni Sallusti
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Lo stupro è materia incandescente, così come lo è il garantismo, che esiste per evitare stupri della giustizia (anche a danno dei presunti stupratori). Pretendere che il circo politico-mediatico lo tratti così, che sia all’altezza di una storia che scomoda la violazione del corpo e la morte dell’anima, o all’opposto il tragico equivoco o peggio la calunnia infondata, è probabilmente troppo. Sulla vicenda di Leonardo “Apache” La Russa (a proposito presidente, noi preferivamo le Giubbe Blu, ma è evidentemente un dettaglio) indagato per violenza sessuale e della 22enne che lo accusa, però, si sta oggettivamente sbracando. Si sta facendo ideologia sulla pelle della ragazza, o del ragazzo, odi entrambi. Si stanno rendendo le persone mere accidenti, ingranaggi per dimostrare un teorema, il solito.

 

Èil cattivo mododi procedere dei Buoni, uno stupidario che trova nella segretaria del secondo partito italiano uno degli alfieri principali. Elly Schlein non vedeva l’ora di virare la brutta cronaca in pessimo socioleghese, e spara subito che «le parole del presidente La Russa - sostanzialmente un padre che dice di credere al figlio, ovviamente prendendosi il rischio di essere smentito, ndr- ancora una volta vogliono minare la credibilità delle donne che denunciano una violenza sessuale».
Il tutto perché, e qui davvero della ragazza presunta violentatae del Leonardo presunto violentatore non ne è più nulla, siamo al triste bagarinaggio propagandistico con vista sulle elezioni europee, «questa destra è patriarcale». Immaginiamo Elly intenda la destra che ha portato per la prima volta nella storia del Paese una donna a Palazzo Chigi, ma non è neppure il nonsense più smaccato che la leader supercazzolara ci rifila.

 

«ODIOSA MASCOLINITÀ» 
Intervistata sul palco di Testaccio Estate della scrittrice Chiara Valerio (ma abbiamo visto reggimicrofoni più incalzanti), alza ulteriormente il tiro della generalizzazione indebita: «Ci dovrebbero spiegare perché questo governo continua a discriminare le persone per quello che sono anziché per quello che fanno. L’unico modo per contrastare questa mascolinità tossica è sradicarla prima che sia troppo tardi».

Non è il maschio abusatore (sempre ipotetico, maledetta presunzione d’innocenza) il problema, il problema per questo stupidario politicamente corretto è il maschio in sé, “la mascolinità”. Che è senza soluzione di continuità “tossica”, quindi tarata alla radice, ontologicamente infetta: è il maschio come “colpevole perfetto” della contemporaneità, come scrive il filosofo francese Pascal Bruckner.

Oltre che, ovviamente, fascista, visto che poco dopo la lunare Elly prosegue: «C’è stata una sottovalutazione quando abbiamo rivisto emergere chi, nostalgico del fascismo, ha rialzato la testa. Mano a mano ci siamo ritrovati al governo dei nostalgici». In Italia è tornato il fascismo, perché il figlio del presidente del Senato è accusato di violenza sessuale: paiono deliri da centro sociale di periferia, sono l’alfabeto del nostro discorso pubblico. Non a caso La Stampa sbatte in prima pagina un selfie di Ignazio e Leonardo «al Cimitero Maggiore di Milano, dove sono sepolti i caduti di Salò»: l’ex organo della borghesia sabauda risale a prima del comunista Violante, a prima del rispetto per le commemorazioni e fin le “ragioni” dei vinti.

Di fianco, campeggia un editoriale della scrittrice e sceneggiatrice Elena Stancanelli. L’esordio è un capolavoro di oscurantismo progressista: «A me sembra persino sbagliato che un padre apra la porta della camera del figlio e ci trovi una ragazza nuda». Comunque, in ogni caso, al di là della singola dinamica ambigua, o peggio criminale, forse andata in scena nella singola casa.

Per dirla come loro non la direbbero: è proprio sbagliato scopare, per le Erinni del Politicamente Corretto, o meglio è sbagliato farlo tra un maschio (quindi tossico, ça va sans dire) e una femmina eterosessuali, per tutti il resto ci sono i carri del Pride. Se è questo è l’attacco, sul finale Stancanelli decide di andare sul facile, sotto forma di domanda retorica: «Immaginate che quella che ha denunciato Leonardo Apache sia vostra figlia. Immaginate che effetto vi farebbe sentire il presidente del Senato accusarla di mentire.

Si chiama abuso di potere, ed è il sintomo di una idiosincrasia per le forme democratiche di convivenza». Detto che La Russa ha ampiamente smentito di aver accusato la ragazza, il sillogismo dell’augusta letterata non pare saldissimo: il presidente prende una cantonata (da dimostrare, ri-maledetta presunzione d’innocenza) come padre, dunque non è democratico. Fosse così, saremmo un intero Paese di incalliti mussoliniani.

«NATURA POLIZIESCA»
Ma dicevamo di Chiara Valerio, l’intervistatrice-ombra di Elly. Scrittrice (parola in questo pezzo inflazionata nostro malgrado, chiediamo scusa a Virginia Woolf) e collaboratrice di Vanity Fair, con Vogue rivista di riferimento dello schleinismo. Su Repubblica ci ha tenuto a dare il proprio contributo allo stupidario di giornata, a proposito del «mito della destra del maschio che non sbaglia mai». Sulle prime, in realtà, se la prende col verbo “interrogare”, utilizzato da La Russa per descrivere la conversazione col figlio sull’accaduto. Un verbo che suggerisce «che la sua paternità abbia natura poliziesca». Poi però emerge il vero scandalo: «Nei primi due paragrafi» del comunicato presidenziale «non c’è un solo accenno al clima culturale nel quale alcuni maschi abusano, violentano, uccidono le donne o viventi che a donne vengono assimilati perché considerati più deboli in un’ottica paternalista e patriarcale». 

La destra patriarcale, si torna sempre lì, non è un dramma di cronaca da chiarire né un procedimento giudiziario da innestare, è un romanzetto ideologico d’appendice, tutto già previsto prima che accadesse, un Harmony del Politicamente Corretto, con i cattivi tutti maschi e tutti di destra. Gad Lerner quantomeno ci va giù piatto: «Letti i versi delle canzoni di Leonardo Apache e udite le parole con cui suo padre lo ha difeso possiamo desumere come minimo che il ragazzo ha ricevuto una cattiva educazione». Sì, il ragazzo si diletta in (pessimi a giudizio di chi scrive, ma non risulta ancora reato) brani pseudo-rap. Ergo ha ricevuto una cattiva educazione, ergo non ci meraviglia abbia sviluppato una propensione allo stupro... Pardon, ci eravamo immedesimati nello stupidario.

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