Marta Fascina, "lei tace ma...": rumors dal cuore di Forza Italia
Il testamento politico non c’è. Nel senso che, al di là del lascito ideale del fondatore, Silvio Berlusconi non ha messo per iscritto le sue volontà circa il futuro di Forza Italia. Attività alla quale, va detto, si è dedicato fino a poche ore dalla fine. E va anche sottolineato che il Cavaliere si era già occupato economicamente del partito, garantendo, di tasca propria, per l’enorme debito contratto negli anni da Forza Italia (i famosi cento milioni). Ora l’incombenza passa agli eredi, insieme alle quote societarie, agli immobili, alla liquidità del patriarca. La famiglia ha già fatto trapelare il proprio impegno.
I Berlusconi continueranno a sostenere il partito, ma dall’esterno, per non disperdere il patrimonio politico che Silvio ha costruito negli ultimi trent’anni della sua vita. Proprio l’altro giorno Pier Silvio ha fatto sapere che non intende «scendere in campo» come suo padre. Ma ha anche precisato che non è una decisione irreversibile. Ora deve occuparsi di Mediaset, in futuro chissà.
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Quindi gli azzurri, in questa fase, se la devono cavare da soli. O meglio, l’unico trait d’union tra Arcore e Roma rimane Marta Fascina. Ma non si sa ancora quali siano le sue intenzioni. Tornerà nella capitale o resterà a vivere a Villa San Martino? Nel testamento non c’è traccia dell’usufrutto della magione, come si era favoleggiato. Dunque la decisione, eventualmente, toccherà agli eredi. Marta comunque non dovrebbe avere difficoltà a trovare un tetto, osserva qualche malizioso parlamentare azzurro. Che fa anche notare come il legato destinato dal Cav alla compagna curiosamente corrisponda all’ammontare preciso dei “buffi” forzisti: i famosi cento milioni.
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Ma più che la contabilità agli azzurri interessa capire il ruolo che avrà Fascina: tornerà a Roma da “deputata semplice” oppure, come sperano i fedelissimi interpellati dall’AdnKronos, come «custode e garante delle volontà del presidente». Al momento Marta è sparita dai radar. Dopo il funerale in Duomo non si è più vista. Non c’era alle commemorazioni ufficiali in Parlamento. Non c’era alle riunioni dei gruppi parlamentari. La prima poche ore dopo la morte di Silvio, l’ultima di mercoledì dove si è discusso del manifesto programmatico di Fi. Secondo fonti azzurre, è possibile che Fascina faccia il suo rientro nel partito sabato 15 luglio, quando a Roma si terrà il consiglio nazionale di Forza Italia. È l’assemblea che indicherà Antonio Tajani come presidente-traghettatore che guiderà gli azzurri fino al congresso del 2024.