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Francesco Boccia al Twiga? Lui smentisce tutto: parte la querela

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Sul caso Twiga, arriva la querela di Francesco Boccia. "Mi fa sorridere che le critiche più feroci vengono da molti, da molti che in privato hanno tutto un altro atteggiamento nei miei confronti e che a volte prenotano nei locali che io ho fondato", aveva attaccato in aula a Palazzo Madama la ministra del Turismo Daniela Santanchè, senza fare nomi, ma lasciando intendere che il senatore "dalla doppia morale" fosse del Pd. A farlo, il nome di Boccia, è stato però Salvatore Merlo sul Foglio: "In un lampo mezza Aula si è voltata a guardare l’abbronzatissimo Francesco Boccia, il capogruppo del Pd. Chissà perché". Sibillino, malizioso. Sicuramente allusivo.

 

 

 

Ma il capogruppo dem al Senato, nonché ministro dell'ex ministra dell'Agricoltura Nunzia De Girolamo, che con la Pitonessa ha condiviso tanti anni nel centrodestra, non ci sta, si sente diffamato e contrattacca. L'ufficio stampa del gruppo democratico al Senato rende noto che l'onorevole "ha dato mandato di adire le vie legali nei confronti del quotidiano Il Foglio, per alcuni riferimenti alla sua persona" contenuti in un articolo nell'edizione di oggi. Lo stesso Boccia, raggiunto da Affaritaliani.it, conferma: "Ho già adito le vie legali per Il Foglio. Non ho niente da aggiungere su una cosa falsa e mai avvenuta". Lui, insomma, al Twiga non c'è mai stato o perlomeno non ha mai chiesto alla Santanchè un aiutino per riservargli un tavolo nel locale più glamour e chiacchierato della Versilia. 

 

 

 

Al di là del gossip e dei veleni, Boccia deve far fronte politicamente a un altro corto circuito dentro al Pd. Di fronte alla mozione di sfiducia contro la Santanchè presentata a sorpresa da Giuseppe Conte, il capogruppo ha reagito duramente definendola "un favore al governo" perché "così si ricompatta la maggioranza. Non una grande strategia". Qualche ora dopo, il capogruppo viene smentito dalla sua segretaria Elly Schlein in persona, che alla domanda secca se anche il Pd appoggerà la mozione di sfiducia del Movimento 5 Stelle replica secca: "Certamente sì". Urgono chiarimenti.

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