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Daniela Santanchè in Senato contro il "Domani": "Cose schifose, cos'è accaduto oggi"

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Daniela Santanchè non si tira indietro e, come l'opposizione ha chiesto, si presenta in Senato. Il motivo è ormai noto, il ministro del Turismo è stata tirata in ballo da Report nell'inchiesta sulle sue aziende. "Spero - esordisce la senatrice di Fratelli d'Italia - vorrete darmi atto che a fronte della richiesta di alcuni gruppi di opposizione e dico alcuni e non tutti, ho subito dato la disponibilità a riferire cosa che qualcuno considera ha anche considerato eccessiva". La Santanchè, aggiunge che "ho preferito non far pesare la governo e alla maggioranza di cui faccio parte le conseguenze di una campagna di vero e proprio odio nei miei confronti". 

Ecco allora che la parlamentare porta con sé il casellario giudiziale: "Affermo sul mio onore che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia e che anzi per escluderlo ho chiesto ai miei avvocati di verificare che non ci fossero dubbi". Poi però, nella mattina del suo intervento al Senato, una notizia ha gettato ancora fango sul suo conto. "Un quotidiano - ricorda con riferimento al Domani di Carlo De Benedetti - stamattina snocciola informazioni senza indicare alcuna fonte. O questo giornale mente, per una classica imboscata per colpire un ministro del governo, oppure prendo in considerazione questa ipotesi, che ripete vicende passate nella storia, oppure il Domani ha avuto notizia che io non ho, e che nessuno potrebbe avere".

Siamo di fronte a "sporche schifose pratiche, che oggi toccano me e domani potrebbero toccare anche a comuni cittadini". Ma non solo, "contro di me - prosegue - è in atto una strumentalizzazione politica. Sono qui per difendere il mio onore e quello di mio figlio. Sono qui per il rispetto che deve a questo luogo e ai cittadini che rappresentiamo". 

Ma la Santanchè è voluta scendere anche nei dettagli delle accuse, spiegando la sua versione. "A fronte delle notizie di compensi stratosferici da Ki Group, nel triennio 19-20-21 ho incassato una media di 9mila euro l'anno, 27mila lordi in totale. I lavoratori dipendenti verranno soddisfatti in tutti i diritti di credito, come previsto dal concordato. Ho fatto legittimamente ricorso agli strumenti messi a disposizione per tutte le imprese dalle leggi tuttora vigenti. Il mio progetto di ristrutturazione è molto più virtuoso di quello di altre aziende nelle stesse condizioni. Essere un imprenditore e anche un politico non significa che gli sia proibito fare ricorso alle leggi vigenti, non ho avuto favoritismi ma nemmeno ci deve essere un'indebita penalizzazione ad personam".

Il ministro ricorda di non aver "mai avuto il controllo nelle imprese dell'alimentare e biologico. Ho svolto attività di impresa nel mondo della pubblicità, dell'intrattenimento e dell'editoria. La mia partecipazione a Ki group non ha mai superato il 5 per cento. Nel 2010 il gruppo del settore biologico è stata presa non da me ma dal padre di mio figlio con cui non avevo più alcun legame". 

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