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Vittorio Feltri e la Francia, "Il vero problema è l'Islam"

Vittorio Feltri
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Quello che sta succedendo in Francia non è uno spettacolo edificante. Mezzo Paese è in subbuglio e la popolazione travolta dalle violenze sta vivendo giornate incredibili. L’Italia in un recente passato ha litigato con Macron il quale ci ha accusato di aver commesso mille nefandezze contro gli immigrati, a suo giudizio male amministrati dai nostri governi. Indubbiamente in tema di extracomunitari la nostra Patria non ha un passato e nemmeno un presente brillante. Non abbiamo mai trovato un modo efficace di accoglierli e non siamo mai stati capaci di respingerli. Risultato, qui arrivano quotidianamente folle di stranieri a cui non siamo capaci di riservare una accoglienza decente.

 

 

 

Certamente tutto questo è vero, ma c’è un ma. Visto quello che sta accadendo in Francia, una specie di guerra senza freni, forse dovremmo dire all’Eliseo di vergognarsi: infatti i transalpini hanno dimostrato ampiamente di non potersi permettere di criticarci, perché i fatti dimostrano che loro sono più asini di noi nell’amministrare il fenomeno grave provocato dagli stranieri. L’Italia sarà quel che sarà, ma almeno fino adesso si è risparmiata gli scontri che avvengono a Parigi e in altre città d’Oltralpe. Da noi certe battaglie urbane animate da migliaia di giovinastri non si sono mai registrate e ciò è motivo di consolazione. Tra l’altro, i duelli stradali le cui immagini ci vengono offerte dalla televisione sono organizzati dai musulmani, i quali in pratica hanno occupato la Francia da molti anni, riempiendo soprattutto le periferie dove evidentemente la gente ha una esistenza grama. E questo fenomeno dovrebbe servire da monito anche a noi.

 

 

 


Ormai dovremmo aver capito che gli islamici costituiscono un pericolo sociale, il loro stile comportamentale è inconciliabile col nostro, collide con la civiltà occidentale che si basa su valori che contrastano con quelli dei cosiddetti maomettani. Oriana Fallaci, grande scrittrice fiorentina, ha predicato in vari suoi libri, autentici capolavori, l’impossibilità di convivenza tra gli adoratori di Allah e noi che abbiamo radici cristiane. La narratrice in questione aveva ragione da vendere e nonostante ciò è stata per anni bistrattata soprattutto dalla sinistra, accusata di infamie che in realtà erano illuminazioni. Io stesso, che in passato ho accusato i musulmani di non essere all’altezza di campare secondo lo stile occidentale, sono stato perseguitato dall’Ordine dei giornalisti che mi ha punito come fossi un razzista senza neppure valutare i miei argomenti che sono evidenti a chiunque abbia un minimo di sale in zucca. Lo spettacolo tribale che oggi si svolge in Francia dimostra che avevo ragione io. Ma nessuno lo ammette. Purtroppo anche i tribunali hanno difficoltà perfino a capire l’italiano. Cinque anni fa Libero fece un titolo dedicato alla sindaca di Roma: questo, “Patata Bollente”. Che non è offensivo. Basta sfogliare un dizionario qualsiasi per apprendere che la patata bollente non è la vulva, bensì una questione scottante. Nonostante questo, Senaldi e io siamo stati condannati dalla giustizia ordinaria. Malafede o analfabetismo di ritorno? Non saprei. 

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