Meloni-Salvini, Giovanni Orsina e i "nuovi spazi di manovra": colpaccio in Europa
Giovanni Orsina ridimensiona l'ipotesi di un partito unico di centrodestra in Europa. Per il politologo "è molto complicato riproporre in Europa la stessa maggioranza che c’è in Italia". Insomma, "immaginare un’Europa guidata da destra mi sembra del tutto irrealistico, immaginare invece che gli equilibri si spostino in una certa misura verso destra è possibile". Orsina, infatti, precisa che "i leader del centrodestra potrebbero chiedere agli elettori il voto per spostare l’Europa più vicina alle posizioni che governano oggi in Italia. Secondo gli ultimi sondaggi, dopo le elezioni del 2024 liberali, socialisti e popolari avranno varie decine di seggi in meno rispetto al parlamento attuale. Questo apre spazi di manovra per Giorgia Meloni e forse perfino per Salvini".
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Ed Emmanuel Macron teme già la disfatta. Il problema del presidente francese "è Marine Le Pen". Ma soprattutto - prosegue sulle colonne del Giorno - "la vittoria di Giorgia Meloni, e la stabilità del suo governo". Queste "vengono viste dal presidente francese come una sorta di legittimazione indiretta a Le Pen. Ma pure su questo terreno le elezioni europee saranno uno spartiacque: dopo molte cose potrebbero cambiare".
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E non per forza a favore dei popolari-conservatori. È pur vero che per loro le cose sono "meno difficili", ma questo "non significa facile: i popolari sono divisi. In compenso non sarebbe impossibile collaborare sui temi. Ad esempio, su un ambientalismo diverso da quello proposto da Timmermans". Spaccature in realtà ci sono anche tra i conservatori, perché "l’Europa è al contempo uno spazio politico unitario, per quanto debole, e una somma di spazi politici nazionali. La vicinanza ideologica non impedisce la distanza nella difesa degli interessi nazionali: da qui le geometrie variabili. Fermo restando, naturalmente, che se variano troppo, gli accordi saltano".