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Laura Boldrini choc, Primavalle? E figurarsi se non era colpa della destra

Hoara Borselli
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Neppure un omicidio raccapricciante come quello accaduto a Primavalle, a Roma, dove una diciassettenne è stata trucidata a coltellate da un coetaneo originario dello Sri Lanka, e il suo corpo abbandonato in un carrello della spesa accanto ad un cassonetto dell’immondizia, neanche questo orrore è riuscito a diradare il banco di nebbia ideologica che sempre offusca la sinistra. Quando l’immigrazione e la droga – da sempre al centro del permessivismo progressista- si rivelano essere i protagonisti di delitti anche efferatissimi come questo, l’imbarazzo nell’ammetterlo è palpabile. E allora ecco che si cercano escamotage, giri di parole, si tenta di raccontare un’altra storia, tutto per distogliere l’attenzione dal cuore dei problemi, senza mai avere il coraggio di chiamare le cose con il loro nome.

Dire che le mani che hanno spinto quel carrello, quelle stesse mani che non sono riuscite a gettare il corpo nel cassonetto e probabilmente le stesse che hanno affondato la lama del coltello nel corpo della giovane ragazza, appartenevano a uno straniero naturalizzato italiano che nei suoi profili social maneggia canne e inneggia alla droga con la stessa semplicità con cui si può giocare a biglie, beh, dire queste ovvietà è troppo rischioso. Un terreno impraticabile per coloro che si sbracciano nei Palazzi della politica per convincerci che negare ai giovani una canna è da fascisti illiberali. Siamo noi i cattivi, che vogliono negare uno “svago” ai ragazzi impedendogli di acquistare la droga comodamente da un distributore automatico, costringendoli ad andare nei parchi la notte dal loro spacciatore di fiducia. 

 

Peraltro, basta aprire il profilo del giovane indagato per capire quanto la canna fumante sia protagonista indiscussa di quel mondo di giovani stranieri dove regna degrado, violenza, assenza di regole e moralità. Ma questo non si può dire, e ce lo fa capire bene Laura Boldrini, che ha rotto il silenzio e lo ha fatto con il suo noto atteggiamento moralista riuscendo, con l’abilità del Mago Silvan, anche a incolpare la destra. Non ci credete? Ecco che cosa ha scritto in un tweet: «Oggi contiamo la vittima di un femminicidio... Una giovane di soli 17 anni, uccisa a coltellate da un coetaneo e poi abbandonata dentro un carrello della spesa come uno scarto, un rifiuto. Davanti a questa immane tragedia, non si può che ribadire quanto ci sgoliamo da sempre a ripetere: si possono fare le migliori leggi del mondo, si possono inasprire le pene ma ciò non basterà mai». E qui arriva il pezzo forte: «Quello che ancora manca è un serio lavoro culturale, a partire dalla scuola, dove andrebbe introdotta una nuova disciplina di studi: l’educazione sentimentale. Senza che questo percorso venga ostacolato dalla destra, la quale continua ad appellarsi a una fantomatica teoria “gender” che nessuno, nemmeno la destra, ha ben capito cosa sia, rendendo quindi difficile anche a chi insegna affrontare un tema a cui non possiamo più sfuggire». Vi è chiaro? Alla fine, la responsabilità di chi ammazza a sangue freddo una ragazza va ricercata in quella destra che si oppone al gender nelle scuole. Mi aiutate voi a trovare il nesso? Io, come sapete, essendo di destra sono ignorante per definizione. Ovviamente nessuna parola sul presunto responsabile, in quel tweet. Del resto, non era un italiano bianco, mica si può nominare. Vorrei fare questa semplice considerazione: giustissimo educare a scuola e combattere il maschilismo, figuratevi se non sono d’accordo. Ma come si può pensare che il contrasto alla violenza non passi anche da un sistema di leggi, di controlli, di pene che possano frenare i maschi assassini (ed eventualmente anche le donne assassine, che sono meno ma ci sono)?. La destra su questo piano qualcosa ha fatto: probabilmente poco. La sinistra non ha fatto poco: ha fatto niente. Prendere un delitto tremendo come questo per farlo diventare legna che alimenta la polemica politica, rappresenta uno dei punti dolenti e, lasciatemi dire, più bassi della politica stessa. 

 

 

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