Romano Prodi, "per la prima volta": cosa sta accadendo in Cina, mondo nel caos
La Cina è in difficoltà. Ne è convinto Romano Prodi, che con Pechino da anni ha rapporti molto stretti e, per così dire, del Dragone è un osservatore privilegiato. "Nella grande tragedia che sta travolgendo il mondo - spiega il due volte ex premier del centrosinistra nel suo editoriale sul Messaggero - la Cina, attore principale insieme agli Stati Uniti, sta giocando un ruolo apparentemente defilato. Prima di tutto perché, non avendo condiviso né la decisione né la strategia del suo 'grande alleato' (che rimane grande alleato) sulla guerra di Ucraina, preferisce giocare di sponda e, come sua tradizione, comprare tempo".
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"Questo comportamento - sottolinea ancora Prodi - è tuttavia anche, e soprattutto, conseguenza della situazione interna in cui la Cina si trova. L'uscita dal Covid è più lenta e difficile del previsto. Il ritmo di sviluppo, pur collocandosi ancora a un livello più che rispettabile, non ha avuto il rimbalzo che tutti si aspettavano. Non solo i lunghi anni della crescita a due cifre sono definitivamente alle spalle, ma le previsioni per l'anno in corso sono state continuamente corrette al ribasso". E questo piano inclinato sul medio lungo periodo rischia di frenare tutto il mondo, gettandolo sull'orlo della recessione. Nel brevissimo tempo, il primo effetto è quello di uno stallo strategico.
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Secondo Prodi due sono i punti di crisi "che oggi maggiormente preoccupano la vita quotidiana dei cinesi". Il primo, spiega il Professore, "riguarda la caduta dell'attività edilizia". Inoltre si osserva "un fenomeno nuovo, il trasferimento delle sedi direzionali di un crescente numero di imprese straniere dalla Cina continentale verso Singapore, a cui si accompagna un vero e proprio crollo degli investimenti esteri in Cina". "Anche se non siamo alla fine della globalizzazione - conclude Prodi - stiamo certamente camminando verso una sua vigorosa correzione, in conseguenza della quale la crescita mondiale è destinata a calare e il prezzo dei beni a crescere. Si attende di conoscere quale vuole essere il ruolo italiano in questa lenta ma inesorabile trasformazione".
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