Berlusconi-Putin, Sansonetti: la "manina" che ha fermato l'incontro
Silvio Berlusconi avrebbe dovuto incontrare Vladimir Putin ma qualcuno non glielo avrebbe permesso: lo scrive Piero Sansonetti oggi sull'Unità. Il fatto risalirebbe a giugno dell’anno scorso, quando sarebbe stato organizzato l'incontro tra l'ex premier e il presidente russo. Obiettivo? Mettere fine alla guerra in Ucraina, sfruttando sia le abilità diplomatiche del Cav che la sua amicizia con Putin. "L’iniziativa era stata organizzata dal Vaticano, aggirando il governo (allora era il governo Draghi) e la diplomazia italiana - scrive ancora Sansonetti -. Questo retroscena ci è stato raccontato da una fonte molto autorevole che fu testimone di quella operazione".
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Chi o cosa, dunque, non avrebbe reso possibile quell'incontro? Sansonetti fa sapere che il governo italiano non sarebbe mai stato coinvolto nella fase organizzativa: "Passare dalla diplomazia ufficiale italiana avrebbe avuto due conseguenze negative. La prima, automatica, era che dell’iniziativa sarebbero stati informati immediatamente gli americani (ai quali il governo Draghi era largamente subalterno, anche se non ancora nelle forme totali dell’attuale governo Meloni), e gli americani avrebbero potuto boicottare l’iniziativa". La seconda invece sarebbe potuto essere un irrigidimento di Mosca.
Tuttavia, non si sa se il Papa fosse stato messo al corrente di questo piano. La fonte di Sansonetti non avrebbe detto nulla a riguardo. E poi un'altra domanda a cui il direttore dell'Unità non avrebbe avuto risposta è forse quella più importante, cioè "quando e perché l’iniziativa naufragò?". Il giornalista ha rivelato anche di essere stato contattato da Berlusconi ai primi di luglio dell'anno scorso: "Mi parlò almeno per mezz’ora di Ucraina. Mi elencò tutte le ragioni dei russi, le colpe dell’Occidente, e insistette sulla necessità di una pace, della quale l’Italia fosse protagonista senza però rompere i suoi legami di fedeltà alla Nato". Di una cosa, però, Sansonetti ha detto di essere certo, e cioè che "quella telefonata, sicuramente insolita, fosse legata all’iniziativa Berlusconi/Vaticano". Il direttore dell'Unità, alla fine, avanza un'ipotesi su chi possa aver messo un freno a tutto: non la Chiesa, secondo lui, ma la politica.
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