Carola Rackete, l'affondo di Pietro Senaldi: "Utile idiota. Come i maiali di Orwell..."
Talvolta accadono cose in apparenza marginali ma che sono il segno di una svolta. Ieri il Senato ha negato l’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini, che i pm volevano processare perché diede della «zecca» a Carola Rackete, capitana dei clandestini. Palazzo Madama ha difeso la propria superiorità, morale, giuridica e di fatto, rispetto a chi aiuta le persone a entrare illegalmente in Italia.
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Dovrebbe essere normale, invece è un evento eccezionale, considerato che il Parlamento scorso spedì a giudizio il medesimo Salvini per aver cercato di opporsi, da ministro, allo sbarco di migranti irregolari. E questo malgrado circolassero intercettazioni nelle quali le toghe dichiaravano il leghista innocente, ma spiegavano che andava punito in quanto «nemico politico». Di cosa? Della sinistra, che in Aula gli votò contro.
Il dato politico è duplice. Da una parte, il Parlamento ha cambiato idea sul tema perché a questo giro ha meno zecche o amici delle zecche rispetto alle tornate precedenti. Dall’altra parte c’è Renzi, che si è ricreduto rispetto al 2020, pieno governo giallorosso, quando spedì il capitano leghista alla sbarra come gesto simbolico di bocciatura di tutta la politica migratoria dei gialloverdi, almeno così disse. Prove di allargamento della maggioranza? Segnali ai naviganti?
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Sarebbe confortante se fosse così. Visto però che anche il Pd si è espresso contro il processo, il sospetto è che non sia una questione di vento mutato. Più cinicamente un ministro, se cambia la maggioranza di governo, può essere spedito a processo dai rivali politici per aver fatto il suo lavoro. Ma se ha apostrofato malamente qualcuno no, si tratta di una sua prerogativa, una libertà d’espressione che tutti i colleghi gli riconoscono, così da tutelare anche la propria. Le zecche alla Rackete si rassegnino. Come i maiali di Orwell, qualcuna è più zecca delle altre e lei lo è solo di serie B. Un’utile idiota, si sarebbe detto in altri tempi.
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