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Titan, Vittorio Feltri contro Elly Schlein: "Ha il cervello, ma non lo sa usare"

Vittorio Feltri
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La segretaria del Partito Democratico non perde occasione per sparare bischerate. La sua ultima boutade è addirittura clamorosa per insensatezza. Ha dichiarato col sorriso sulle labbra che gli sfigati che si sono inabissati con un sottomarino allo scopo di vedere il relitto del Titanic e poi impossibilitati a riemergere a causa di un guasto non meritavano l’intervento per riportarli in superficie

Secondo lei sono stati oggetto di vani tentativi di soccorso disperato nella speranza di salvare loro la pelle, non per pietà umana bensì soltanto perché sono ricchi, altrimenti nessuno avrebbe mosso un dito per sottrarli a morte certa. Poi ha aggiunto che se i naufraghi anziché miliardari fossero stati degli immigrati non sarebbero stati oggetto di alcuna mobilitazione allo scopo di tornare sani a riva. Un discorso più avventato di questo non era mai uscito da una bocca umana. Infatti ogni qualvolta una vita è in pericolo qualsiasi Paese civile si dà da fare per evitare il peggio.

Un banale esempio: quando uno scalatore sulle Dolomiti si trova in difficoltà e rischia di crepare si muove mezzo mondo per riportarlo al sicuro. Nessuna guida alpina prima di mobilitarsi si è mai chiesta se l’uomo che rischia la tomba sia un povero disgraziato oppure un benestante. In caso di sciagura imminente si cerca in ogni maniera di evitarla. Il censo non è un requisito importante se c’è di mezzo la pelle di un Cristiano. 

 

Questo concetto regolarmente rispettato dappertutto e non solo in Italia non è invece chiaro alla leader progressista, la quale anche nella presente circostanza dimostra di avere il cervello ma di non sapere usarlo in modo opportuno. La ragazza se va avanti per questa strada accidentata non andrà molto lontano da un clamoroso fallimento. Per rischiarlo bisogna riconoscere che ella è perfettamente attrezzata. Quanto agli incauti passeggeri del sommergibile non si può dire che si siano comportati prudentemente, ma ciò non significa che siamo indifferenti al loro destino. Che Dio, se c’è, abbia pietà di loro.

 

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