Schlein, Conte e Fratoianni, "patto della limonata": l'aperitivo della disperazione
Acqua tonica per lei, aperol con fettina d’arancia per lui. Limonate per gli altri due (uno dei quali è il candidato del centrosinistra per il Molise). Mentre ancora Elly Schlein e Giuseppe Conte parlavano nel gazebo del bar Hotter, nella piazzetta Palombo a Campobasso, tra i cronisti si era già battezzato l’incontro, durato quaranta minuti (qualcuno dice 35): il patto della limonata. Anche se, a essere precisi, a ordinare la limonata sono stati solo i comprimari dell’incontro, Nicola Fratoianni, leader di Alleanza Verdi e Sinistra, e Roberto Gravina, candidato del centrosinistra alle elezioni del 25 e 25 giugno prossime in Molise e sostenuto anche da Pd e AVS. Meno fantasioso, Conte, uscendo dal bar, proponeva di chiamarlo «patto di piazzetta Palombo». Si è parlato di Regione e di governo. E delle ultime due scivolate del governo: quella sul Mes e quella sul dl Lavoro.
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«Dobbiamo coordinarci per essere più efficaci in Parlamento», ha insistito Schlein, sottolineando le difficoltà della maggioranza e sollecitando a colpire uniti. Conte ha annuito, non ha detto di no. Poi ciascuno ha fatto il suo comizio. Conte a Campobasso, Schlein a Termoli. «Siccome il tempo stringe e anche lei qui deve dare il suo contributo come sto facendo io, abbiamo pensato, per rendere più efficacemente i nostri interventi, di distribuirli», aveva spiegato l’ex premier. «Ci stiamo distribuendo, stiamo lavorando in uno spirito di squadra». È cambiato qualcosa rispetto al grande freddo delle ultime settimane, anzi mesi? Certo, le elezioni regionali in Molise, dove Pd e M5S sostengono lo stesso candidato, impongono una qualche vicinanza. Ma, aldilà dell’elezione in Molise, è vero che, da entrambe le parti, si stanno cercando occasioni di incontro. O perlomeno non le si stanno evitando. Il primo passo non è stato dei migliori, visto che la manifestazione sulla precarietà del lavoro, che si è tenuta sabato scorso a Roma, dopo gli interventi di Beppe Grillo sui passamontagna e soprattutto di Moni Ovadia sulla guerra in Ucraina, è diventata un problema per Schlein. Ma la segretaria dem non si lascia scoraggiare, convinta – come ha detto anche alla direzione del Pd – che si debba cercare a tutti i costi punti in comune con gli alleati fin da ora, senza aspettare che passino le elezioni europee.
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Del resto, aveva notato alla direzione, anche la destra lo fa, pur avendo interesse di giocare, alle Europee, ciascuno la propria partita. Perché noi no? Oltretutto l’anno prossimo ci sarà un altro importante turno di elezioni amministrative. Non si può rinviare. E le alleanze, insiste Schlein, non si costruiscono dal nulla. «La nostra gente, Giuseppe, ce lo chiede». Sabato, a Roma, alla manifestazione della Cgil sulla sanità, potrebbe esserci un nuovo incontro. Elly ci sarà, il M5S manderà una delegazione, Conte per ora non è previsto, ma potrebbe scegliere, all’ultimo momento, di andare, come ha fatto Schlein. La novità, in ogni caso, non è tanto la determinazione di Schlein nel cercare Conte, ma la disponibilità di quest’ultimo a farsi cercare, visto che, finora, la strategia del leader Cinquestelle è stata di marcare quanto più possibile le distanze dal Pd, per evitare di essere “mangiato” dal Pd targato Elly, pericolosamente attivo nello stesso spazio elettorale frequentato dal M5S. «Saremo presenti con convinzione alla manifestazione in difesa del Servizio sanitario nazionale di sabato a Roma», hanno scritto in una nota congiunta senatori e deputati del M5S in Commissione affari sociali. Che Conte vada o no, è un fatto, però, che sembra aver ammorbidito i toni rispetto al Pd: «Sono assolutamente disponibile», ha detto, a partecipare a una iniziativa organizzata dal Pd con Elly Schlein, «se è una battaglia che condividiamo, e portare il saluto del M5S». Prove di avvicinamento.