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Mes, caos in commissione: maggioranza assente, il Pd sbraita con le opposizioni

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Maggioranza assente in commissione Esteri alla Camera. Gli esponenti del governo non si sono presentati il giorno in cui sul tavolo c'è la ratifica della riforma del Meccanismo europeo di stabilità. Motivo per cui il testo base del disegno di legge, in assenza di tutti i deputati del centrodestra, viene votato da Partito democratico, Italia Viva-Azione e Alleanza Verdi e Sinistra italiana. Il Movimento 5 Stelle, invece, da sempre contrario, si astiene. Il testo passa ora all'esame della commissione Bilancio per il parere per poi tornare nei prossimi giorni all'esame della commissione Esteri dove sarà votato il mandato al relatore. Solo dopo il disegno di legge approderà in Aula alla Camera. Al momento la data fissata è quella del 30 giugno. 

 

 

"Sul Mes politicamente la nostra decisione è presa - assicura la Lega, tramite Alessandro Morelli, contraria alla ratifica -. L'indirizzo politico che verrà verificato nelle Camere è chiaro". Diverso discorso per gli azzurri. "Noi di Forza Italia abbiamo delle riserve non sul Mes in quanto tale, ma sul regolamento del Mes, che è un regolamento che non pone alcun controllo al fondo", conferma Antonio Tajani, coordinatore di FI, al termine dell'assemblea dei gruppi azzurri alla Camera.

 

 

E non mancano le critiche dem. "Nuova puntata della maggioranza sul Mes. Non si presentano in Commissione esteri. Assenti ingiustificati e senza parere del governo. Ora il testo base andrà in aula, ma la questione non cambia: non sanno cosa fare. Siamo in Parlamento, ma loro continuano oltre ogni decenza", è il ragionamento del capogruppo in commissione Esteri Enzo Amendola a cui fa eco Francesco Boccia: "Non è possibile – tuona il capogruppo al Senato – che di fronte all’Europa la destra cerchi solo di coprire le proprie divisioni. È successo ieri in Senato, si ripete oggi alla Camera. È una maggioranza pericolosa perché danneggia la credibilità del nostro Paese in Europa: tre partiti che appartengono a tre gruppi diversi al Parlamento europeo, tra loro in dura contrapposizione. È il grande bluff della vicenda politica italiana che se raggirasse l’Europa porterebbe alla distruzione del processo di integrazione e alla supremazia dei peggiori nazionalismi di cui la presidente Meloni è punto di riferimento. Questo governo e questa maggioranza dimostrano ogni giorno si più di non essere all’altezza del mandato che hanno ricevuto dagli elettori". 

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