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Meloni? Se la bufala delle "tasse pizzo di Stato" a furia di ripeterla diventa realtà

Alberto Busacca
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«Ripetete una bugia mille volte e diventerà una verità». La frase è attribuita a Joseph Goebbels, ministro della Propaganda di Hitler. In realtà pare che non l’abbia mai detto, ma ormai per tutti sono parole sue, a conferma che in effetti il giochino funziona proprio così... «Ripetete una bugia mille volte e diventerà una verità». Non è sempre malafede o disinformazione studiata a tavolino. A volte è semplicemente pigrizia, approssimazione. Se lo dicono tutti sarà così... e invece a volte no, non è così proprio per niente... «Ripetete una bugia mille volte e diventerà una verità». Volete un esempio preso dalla cronaca di questi giorni? Eccolo qui: «La Meloni ha detto che le tasse sono un pizzo di Stato».

Ieri Repubblica ha aperto il giornale con un titolo dedicato proprio a questa polemica: «Il Colle contro gli evasori». Catenaccio: «Dopo le dichiarazioni della premier sul “pizzo di Stato”, le parole di Mattarella: “le tasse dovere costituzionale”». Secondo Repubblica, in pratica, abbiamo un premier che ritiene che le imposte siano un’estorsione, e il Quirinale è dovuto intervenire per spiegare che le cose non stanno così... Passiamo al Fatto quotidiano, dove il direttore, Marco Travaglio, ha scritto che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha lodato «gli “onesti imprenditori” che non pagano le tasse (definite “pizzo di Stato” dalla premier)». Infine, sempre ieri, ha detto la sua anche Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci: la definizione delle tasse come pizzo di Stato «è inadeguata, le tasse servono a offrire servizi ai cittadini». Insomma, la Meloni sbaglia. Tanto che anche qualche sostenitore del centrodestra ammette: certo che Giorgia quella frase sulle tasse pizzo di Stato poteva evitarla... già... peccato solo che in realtà non l’abbia mai detta...

 


Riavvolgiamo il nastro e torniamo a Catania, il 26 maggio scorso, quando la Meloni ha partecipato all’evento di chiusura della campagna elettorale per il candidato sindaco del centrodestra, Enrico Trantino. Ecco le parole pronunciate dal palco: «Dice la sinistra: voi volete gettare la spugna sulla lotta all’evasione fiscale. Mai. Però la lotta all’evasione fiscale si fa dove sta davvero l’evasione fiscale: big company, banche, frodi sull’iva. Non il piccolo commerciante al quale vai a chiedere il pizzo di Stato perché devi fare caccia al gettito più che lotta all’evasione. L’evasione la devi combattere dove sta. Ed è quello che faremo».

Ecco qui. Il senso è chiaro: le tasse vanno pagate e la lotta all’evasione va fatta, ma va fatta andando a colpire chi vuole frodare il fisco, non il “pesce piccolo” che magari, anche a causa della complessità del nostro sistema, ha fatto un errore nella dichiarazione... Il concetto è un po’ quello espresso anche dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio: «Se un imprenditore onesto decidesse di assoldare un esercito di commercialisti per pagare fino all’ultimo centesimo di imposte non ci riuscirebbe perché comunque qualche violazione verrebbe trovata, le norme si contraddicono». Sintesi di Travaglio, come abbiamo visto: Nordio ha lodato «gli “onesti imprenditori” che non pagano le tasse». Indignazione di Elly Schlein: «Credo sia grave avere a ripetizione affermazioni di membri del governo che sostanzialmente legittimano l’evasione fiscale». Nordio, ieri, ha provato a spiegare: «Io ho legittimato l’evasione? Non è vero. Il mio pensiero è stato alterato». Ha ragione, ma farlo capire sarà quasi impossibile. La Meloni resterà quella che sostiene che le tasse sono un pizzo di Stato e Nordio quello che invita gli imprenditori a non pagare le imposte. «Ripetete una bugia mille volte e diventerà una verità». Forse la frase non è di Joseph Gobbels, ma a forza di ripeterlo ormai tutti credono che l’abbia detto lui...

 

 

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