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Beppe Grillo, Senaldi: il comico crede che i suoi elettori sgobberebbero gratis?

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Beppe Grillo

Pietro Senaldi
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Povero Grillo, stavolta i vaffa sono piovuti tutti sulla sua testa. Non l’avesse mai fatto, quell’invito in piazza alla sua gente a costituirsi in brigate di cittadinanza, calarsi un passamontagna sulla faccia e mettersi a pulire le strade, rassettare le buche, fare opere di pubblica utilità. Un coro unanime di disapprovazione lo ha travolto. Solo Conte e la Schlein, al contempo leader disorientati della sinistra in cerca d’autore e di corrispettivi amorosi sensi nonché maggiordomi in attesa di comanda dal buffone di corte, non si sono dissociati. Il comico si è rattristato e anche un po’ spaventato. Ha provato a tener duro un giorno, pubblicando su internet la foto di un suo sostenitore a faccia coperta e agghindato come un black bloc, ma poi ha dovuto scusarsi, evento per lui più unico che raro. Tre quarti di sinistra gli è saltata alla gola. Come si fa infatti a gridare all’allarme democratico ogni due per tre perché Fdi ha ancora la Fiamma nel simbolo se si lasciano passare evocazioni di passamontagna e di brigate, roba che puzza di terrorismo rosso ancora a quarant’anni di distanza?

IL TRIBUNO
Non saremo certo noi di Libero a metterla giù più dura del dovuto. È vero che un tribuno politico, per quanto improbabile, dovrebbe starci attento con le parole, specie se gli adepti del suo Movimento più di una volta hanno sostenuto che la loro comparsa nel panorama politico ha evitato rivolte sociali e derive terroristiche. Però, diciamocelo, anche se governa la destra e la sinistra non ha idea di come scalzarla, il ritorno delle Brigate Rosse è a oggi molto più probabile di una deriva neofascista ma molto meno dello scoppio della terza guerra mondiale. Quel che più ci inquieta dell’appello di Grillo è ben altro. Beppe con la sua creatura politica è come un padre distratto, dittatore e autocentrato, non conosce i suoi figli; o meglio, i suoi elettori. Chi vota M5S sogna una vita in vacanza, a sbafo, mantenuto dallo Stato, che poi sono gli altri cittadini che lavorano. L’elettore grillino non si metterebbe a spazzare strade e ripianare buche neppure a pagamento, figurarsi se lo farebbe gratis, per di più con il passamontagna, dentro il quale suderebbe per la prima volta in vita sua. E poi, figlio della Rete, leone da tastiera, narciso quanto il suo guru, figurarsi se farebbe mai qualcosa di utile coperto dall’anonimato; lui, che non si incappuccia nemmeno quando va in tv a rivendicare una carità di Stato, il diritto a non lavorare e l’indisponibilità a muoversi dal paesello perché ha i genitori anziani e i figli piccoli; praticamente come tutti.

 

LA MIGLIOR BATTUTA
Qualche battuta che anziché far ridere lascia di sasso ci sta nella carriera di un umorista di successo. Però, a rileggere le sue parole attentamente, un elettore di Cinquestelle che si rimbocca le maniche per gli altri è forse la battuta più esilarante che Grillo abbia mai fatto dai tempi di Te la do io l’America. Programma televisivo di successo del 1981 divenuto programma di governo miracolistico per i fortunati percettori di reddito ma disastroso per tutti gli altri. 

 

 

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