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Alessia Morani, affondo contro Elly Schlein: "Imbarazzo che si poteva evitare"

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Elisa Calessi
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Nel Pd, dice Alessia Morani, ex parlamentare e membro della commissione di garanzia nazionale, «ci sono troppi nostalgici di Conte». Così come sono troppi i «messaggi confusi sulla guerra in Ucraina». Il giorno dopo la manifestazione che, tra le polemiche finali, ha visto marciare insieme Pd e M5S, e alla vigilia della direzione nazionale, l’ex parlamentare dem ragiona, senza sconti, sulle ultime settimane.

Tre istantanee di sabato: abbraccio tra Schlein e Conte, Grillo che invita a organizzare brigate, muniti di passamontagna, e Moni Ovadia che dà la colpa della guerra alla Nato. Abbiamo un problema?
«Credo che il problema stia in casa di chi dà la parola a questi personaggi. In Italia sanno tutti che Putin è un criminale di guerra ed è il responsabile dell’invasione in Ucraina. Le farneticazioni sulla Nato non possono coprire questa verità. Le parole di Grillo invece sono, come sempre, provocatorie e irresponsabili. Niente di nuovo, insomma».

Elly Schlein aveva deciso di non andare poi ha cambiato idea. Ha sbagliato?
«Visto l’esito anche delle ultime elezioni amministrative in tutti noi c’è la consapevolezza che è necessario unire le forze dell’opposizione e la segretaria per dare un segnale in questo senso ha pensato bene di partecipare. Credo che il suo staff avrebbe dovuto comunque conoscere l’elenco degli interventi dal palco per evitarle imbarazzi successivi».

Prima di ieri c’era stato il voto a Bruxelles e la sostituzione di De Luca con il pacifista Ciani. Il Pd sta cambiando linea sulla guerra?
«La posizione del Pd sull’Ucraina è chiara, la segretaria l’ha ribadita più volte. Ci sono al nostro interno, però, sensibilità diverse, che vanno rispettate, ma non è possibile continuare a dare messaggi confusi ai nostri elettori. Ne va della nostra credibilità».

Le piazze “non si commentano, si frequentano”, ha detto un membro della segreteria. Condivide?
«Le piazze innanzitutto si organizzano ed il Pd deve tornare a mobilitarsi su sanità, lavoro e Pnrr. Le piazze organizzate da altri si frequentano, se si condividono le battaglie, e si commentano ovviamente».

Può il Pd costruire un’alternativa con le posizioni espresse sabato?
«L’alternativa si costruisce con un partito unito e forte e con alleati credibili e responsabili. È compito del Pd, che è il partito più grande all’opposizione, creare queste premesse. Anche a destra ci sono differenze profonde, vorrei ricordare ad esempio che durante la pandemia le posizioni su vaccini e restrizioni erano molto diverse ed anche sull’Ucraina non la pensano allo stesso modo. Bisogna lavorare su ciò che unisce piuttosto che sulle cose che ci dividono. Ma devono volerlo anche le altre forze politiche. Conte, ad esempio, mi pare che fino ad ora sia stato molto ambiguo sul tema».

La funzione del Pd, cito un fedelissimo della segretaria dem, è “unire” per cui è giusto andare in piazza con il M5S.
«In piazza con il M5S ci si va forti della propria identità. Non ho dubbi su quale sia il profilo euroatlantista del mio partito. Nella maggioranza uscita dalle primarie è noto, però, che ci sono alcuni nostalgici di Conte. A me invece manca molto Draghi: il suo rigore istituzionale, la sua autorevolezza internazionale e il suo coraggio nel fare le riforme». 

Cosa non funziona nel Pd?
«Il Pd deve trovare un equilibrio interno, considerato l’esito del congresso che ha visto prevalere Bonaccini tra gli iscritti e Schlein alle primarie. Questo risultato congressuale va fatto vivere con una vera condivisione delle responsabilità che oggi, però, ancora non c’è. Ho avuto modo di parlarne con la segretaria e le ho detto che occorre che tutti si sentano a casa». 

Sull’abuso d’ufficio cosa pensa? 
«Io sono favorevole all’abolizione: a fronte di un numero esiguo di condanne e di tante carriere inutilmente distrutte possiamo farne a meno. Comprendo, però, che sul tema ci possano essere opinioni diverse. Occorre discuterne insieme ai nostri amministratori che vivono ogni giorno il “rischio del fare”». 

Maternità surrogata?
«Io sono contraria perché penso sia la peggiore forma di sfruttamento del corpo delle donne, soprattutto di quelle povere. Il reato universale che vuole introdurre la destra è però pura propaganda poiché si tratta di una legge inapplicabile. In Italia è reato e va bene così. La discriminazione che invece viene operata dalla destra nei confronti dei bambini credo sia crudele e ingiusta». 

Anche la morte di Berlusconi ha provocato divisioni nel Pd. Lei cosa pensa?
«Berlusconi ha segnato la storia italiana dei ultimi 30 anni, comunque la si pensi. Ho molto rispetto per gli italiani che lo hanno votato, pur militando in un partito che ha idee molto diverse. Il lutto nazionale potevano forse anche evitarlo, considerato che per altri politici di primissimo livello non è stato fatto». 

La voce dei riformisti, nel Pd, è un po’ flebile?
«Noi riformisti per il bene del Pd dobbiamo essere più coraggiosi e presenti. Abbiamo già salvato il partito dalla scissione di Renzi. Il mio timore è che tanti ci stiano lasciando in silenzio. Troppi addii, probabilmente sottovalutati. L’ultimo in ordine di tempo è quello di D’Amato di cui mi rammarico molto. Un disagio c’è, bisogna comprenderlo e fare in modo che il pluralismo del Pd continui a vivere. Senza abiure o nostalgie».

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