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Silvio Berlusconi, slitta l'apertura del testamento: cosa c'è dietro

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Doveva essere aperto oggi 19 giugno il testamento di Silvio Berlusconi invece è stato tutto misteriosamente posticipato al 26 giugno, tre giorni prima dell'assemblea ordinaria di Fininvest con all'ordine del giorno l'approvazione del bilancio e il rinnovo del Cda. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera in un retroscena, se le volontà del Cavaliere verranno lette agli eredi 72 ore prima del 29 giugno, a quel punto la riunione dei soci (che sono appunto i figli) "potrebbe essere l’occasione immediata di dare corso alle ultime volontà del fondatore relative alla cassaforte di famiglia".

 

 

 

Si dice che il notaio incaricato sia Arrigo Roveda dello studio Rlcd di Milano. "Il cuore della successione è la suddivisione, indiretta, delle quote della capogruppo" Fininvest della quale il Cavaliere deteneva il 61% tramite quattro holding mentre il resto è ripartito in parti uguali tra i cinque figli. "Il pacchetto Fininvest, tuttavia, potrebbe non essere isolato ma compreso in un consolidato dei beni. Non vi sono certezze, nulla è trapelato", si legge ancora. Berlusconi "ha diritto a disporre di circa un terzo dei suoi beni, i due terzi vanno di diritto ai figli. Secondo un calcolo approssimativo il patrimonio in gioco è intorno ai 4 miliardi".

 

 

 

Poi ci sono gli immobili, le opere d'arte e la società Dolcedrago cui fanno capo le ville più prestigiose (Arcore e la Certosa in Sardegna) per un valore complessivo, secondo alcune stime non ufficiali di "650-700 milioni. Il 61% di Fininvest, sulla base del patrimonio netto della capogruppo, è stimabile in 3 miliardi. Con gli 'extra' si arriva agilmente a 4 miliardi". Insomma, presto si saprà come il Cav ha diviso i suoi beni e se "ha lasciato disposizioni anche su Marta Fascina e Forza Italia".

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