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"Berlusconismo", l'origine negli anni Ottanta e nell'edonismo craxiano

Massimo Arcangeli
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«L’edonismo, il berlusconismo, il craxismo, insieme alle parabole di Margaret Thatcher e Ronald Reagan, hanno monopolizzato tutto e il decennio 80 è stato messo all’indice come momento di decadenza reazionaria» (Enrico Vanzina, “Il Messaggero”, 11 dicembre 2020). Addirittura. «La Milano da bere. Quella-Milano-là degli anni Ottanta. Un luogo comune assai capiente. Sentina di molti, perfino troppi “ismi”, spesso consociati, almeno nell’immaginario collettivo: individualismo, rampantismo, yuppismo, edonismo, affarismo, craxismo, berlusconismo...» (Marco Cicala, “Il venerdì di Repubblica”, 10 giugno 2023).
Accipicchia.

Il termine berlusconismo nasce comunque proprio negli anni Ottanta, al tempo dell’“edonismo craxiano”, con riferimento alla visione neoliberista del Cavaliere. I contenuti della sua proposta politica li ha ben focalizzati il politologo Giovanni Orsina in un volume del 2013 (Il berlusconismo nella storia d’Italia, Venezia, Marsilio), condensandone in poche, efficacissime righe le ragioni del favore popolare: per andare alle radici del berlusconismo bisogna «salvare la casalinga di Voghera, l’imprenditore liberista, l’anziano lettore de “il Giornale”, il commerciante qualunquista, e perfino la telespettatrice affezionata a Il bello delle donne dall’enorme condiscendenza della contemporaneità».

 

L’ “anomalia” berlusconiana, scrisse Sandro Bondi in una lettera inviata alla “Repubblica” da Ministro dei beni e delle attività culturali, è stata «innanzitutto la risposta alla crisi del sistema politico italiano, che ha coinciso con la caduta del muro di Berlino e con Tangentopoli» (27 settembre 2008). A sancire simbolicamente l’avvento della Seconda Repubblica sono state in effetti la “discesa in campo” di Berlusconi (26 gennaio 1994) e la tempesta politica scatenata dalle indagini dei giudici della Procura di Milano, avviate nel febbraio del 1992. Mani Pulite spazzò via i vecchi partiti, sostituiti da leghe, alleanze, movimenti, patti, unioni, confederazioni, e oppose agli slanci aprioristici della fedeltà a un ideale la reversibile, pratica, maliziosa funzionalità di patti e contratti, programmi e progetti.

 

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