Ghisleri, il sondaggio sul nuovo leader di Forza Italia: "Cifre interessanti"
Che sia davvero Urbano Cairo l'erede di Silvio Berlusconi? Accanto alle voci sull'interessamento per Mediaset (tema su cui finora glissa), il patron di La7, nonché amministratore delegato di Rcs (l'uomo, cioè, che controlla Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport) è indicato da molti retroscena come il possibile "Papa Straniero" in grado di prendere in mano Forza Italia dopo la morte del Cav.
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Dal partito azzurro respingono le ipotesi con forza, lo stesso Urbano bolla queste piste come "surreali", frutto solo di "dietrologie". Ma la verità, scrive Daniela Preziosi su Domani, il quotidiano diretto da Carlo De Benedetti (che in tutta questa situazione qualche interesse, sia politico sia editoriale, ce l'avrebbe), la tentazione di entrare in politica Cairo ce l'ha avuta, in un passato nemmeno remoto. E soprattutto, qualcuno ha pensato bene di farcelo entrare, con un colpo a sorpresa.
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Lui, da editore in ascesa, non negava l'interessamento anche se precisava che "nella vita non si prende il posto di qualcun altro. Gli innovatori inventano il nuovo, non riciclano il vecchio". Non erede del Cav, dunque, ma un "nuovo Cav". Nel 2019, si legge, "il nome di Cairo viene testato, a sua insaputa, da diversi istituti di sondaggi, sia su base Milano – la destra cercava un nome da contrapporre a Giuseppe Sala – sia sul piano nazionale". "Lo testammo anche noi, ottenemmo un risultato interessante", ricorda Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, a colloquio con la Preziosi. "Ma era prima della pandemia, ora siamo in un altro mondo".
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Resta il fatto che, a differenza del 2019, c'è un Berlusconi in meno e una situazione politica sì fluida, ma più definita: una destra mai così forte, una sinistra divisa e allo sbando, una prateria in mezzo. "Non mi definisco né di destra né di sinistra, sono categorie superate", aveva detto Cairo un paio di settimane fa, al Festival della tv di Dogliani. E la Preziosi si allarga, suggerendo che dal punto di vista mediatico potrebbe aver già pronte le coperture necessarie: il Corriere della Sera sul fronte governativo, "schieratissimo con la Meloni" (punti di vista, ovviamente). E "la tv di Lilli Gruber e Corrado Formigli" su quello progressista.