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Gianfranco Fini, "tutto chiuso per Berlusconi?": cos'è successo in Parlamento

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"Una scelta senza precedenti". Gianfranco Fini, intervistato dal Fatto quotidiano, riflette ad ampio respiro su Silvio Berlusconi e il lutto nazionale voluto dal governo, commentando polemicamente la decisione di fermare il Parlamento per 7 giorni. Un punto, quest'ultimo, oggetto di molte polemiche anche se lo stop, va detto, è parziale. Vero che l'aula del Senato riprenderà i lavori lunedì prossimo, ma le Commissioni già oggi, giovedì 15 giugno, riprenderanno regolarmente le loro attività politiche (senza contare l'approdo dalla attesa e contestata riforma della giustizia in CdM).

 

 

 

"Una scelta che non ha precedenti soprattutto per la sua durata (una settimana, ndr)", sottolinea l'ex presidente della Camera, che "viene presa dagli organi preposti e non dall'alto dal governo. La conferenza dei capigruppo decide in autonomia e in questo caso all'unanimità dalle forze politiche".

 

 

 

"Capisco le polemiche - prosegue l'ex leader di Alleanza Nazionale, diventato numero 2 di Berlusconi nel Pdl prima del "che fai mi cacci" e dello storico strappo del 2010 -, ma è una questione di sensibilità politica più ampia, che mette d'accordo maggioranza e opposizione".

 

 

 

Una sensibilità politica di che tipo? "La decisione di rallentare i tempi del Parlamento per Berlusconi e non fare votazioni è il segnale di una sensibilità politica che riguarda l'affievolimento del potere del Parlamento", risponde Fini affermando di notare "che di fronte a un dibattito, che mi trova molto favorevole, sulla possibilità di rafforzare i poteri del governo con il premierato, il presidenzialismo, il semi-presidenzialismo, non c'è allo stesso tempo lo stesso dibattito sul rafforzamento del potere legislativo. L'affievolimento del ruolo del Parlamento è un processo in corso da molto tempo".

 

 

 

Secondo Fini, 'la mancata riforma dei regolamenti parlamentari nonostante il taglio degli eletti, l'abuso della decretazione d'urgenza e da ultimo la decisione di fermare i lavori delle Camere sono tutti segnali di questo fenomeno: c'è una sensibilità politica secondo cui il potere legislativo viene considerato inferiore rispetto a quello esecutivo. Tutto si tiene, insomma. E credo che questo sia un problema da affrontare: si sta parlando molto di autonomia differenziata, rafforzamento del potere esecutivo, ma non c'è un vero dibattito su come rafforzare il potere legislativo che è fondamentale".

 

 

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