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Sallusti: "Contro il Cav come fecero solo i nazisti", il funerale è anche della sinistra

Alessandro Sallusti
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Se non fosse tragica sarebbe da ridere, intendo ridere della sinistra che accusa le destre di essere divisive e poi sputa sull’unico atto concreto di pacificazione nazionale che il governo delle destre offre loro su un piatto d’argento. Mi riferisco alla polemica, in alcuni casi rivolta, che si è aperta sulla proclamazione di una giornata di lutto nazionale in coincidenza con i funerali di Silvio Berlusconi che si tengono oggi nel Duomo di Milano. «Berlusconi era divisivo», strepitano questi «soliti comunisti», come li chiamava il Cavaliere. Ecco, bravi, e voi continuate a dividere che così si va avanti anni nella contrapposizione tra berlusconismo e anti berlusconismo anche in assenza dell’interessato.

Basterebbe usare la logica: non può esistere un lutto nazionale trasversale all’intera comunità, neppure per un Papa perché ci sarà sempre qualcuno che non si è riconosciuto nel suo operato, e non è stato così neppure quando fu proclamato per la morte di due ex presidenti della Repubblica, Giovanni Leone e Carlo Azeglio Ciampi, entrambi politici di parte. E volendo andare all’estremo, non si sarebbe dovuto proclamare il lutto nazionale per la tragedia di Superga nella quale perì il Grande Torino perché nulla, neppure la politica, è più divisiva del calcio.

 

No, il lutto nazionale è un omaggio non tanto all’uomo, nessun uomo supererebbe l’esame di purezza assoluta, ma alla storia che quell’uomo ha rappresentato per il Paese. Be’, in questo senso la storia di Silvio Berlusconi, quattro volte presidente del Consiglio, unico premier al mondo ad aver presieduto tre vertici G8, innovatore nei molteplici campi in cui si è cimentato, non si può liquidarla, se non in malafede, come una storia di parte pur essendo lui sicuramente uomo di parte anche se molto meno di quanto i suoi rivali gli addebitano. Ieri un amico mi ricordava che l’unico esercito che non ha mai concesso l’onore delle armi al nemico vinto e battuto è stato l’esercito nazista, che erano i kapò a deridere le salme degli ebrei nei campi di concentramento.

L’onore delle armi è un riconoscimento della propria forza e della propria dignità ben prima di quelle dell’avversario. Evidentemente quei «soliti comunisti» sono talmente deboli e impauriti da dover, per sentirsi vivi, sparare anche sull’avversario morto. In altre parole: oggi è anche il funerale della sinistra.

 

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