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Mara Carfagna, Cav e Draghi? "Quando ho saputo della malattia, ho capito"

 Mara Carfagna

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Mara Carfagna parla di Silvio Berlusconi come di un uomo "generoso, geniale, tenace", un uomo "innamorato della vita che ha insegnato sempre, a tutti, a vedere il lato positivo delle cose". In una intervista a Il Mattino, la presidente di Azione, ricorda: "Mi accostai a Forza Italia ed entrai nel movimento femminile ’Azzurro donne' perché mi ero sempre interessata e appassionata alla politica. In occasione delle Europee 2004 Berlusconi, che intendeva promuovere il rinnovamento anche aumentando la rappresentanza femminile, mi offrì un ruolo e mi convinse ad accettarlo. Da quel momento è stato il mio mentore, dandomi fiducia come parlamentare, come dirigente sul territorio e come ministro della Repubblica. Anche quando gli ho proposto battaglie che qualcuno riteneva poco in linea con quello che era il sentire nel partito. Gli episodi sono tanti, il più significativo è la legge sullo stalking che fu approvata all’unanimità su mio impulso quando ero giovanissima ministra delle Pari Opportunità. Ci furono tante critiche, tanti mugugni. Ma Berlusconi si fidò di me e andammo avanti".

 

 

L’ex ministro per il Sud e la Coesione territoriale torna anche sulla scelta di Berlusconi di far cadere il governo Draghi: "Quando due mesi fa, come tutti, ho saputo della malattia gravissima contro cui stava combattendo Silvio Berlusconi ho compreso il senso di quella che, per tanto tempo, mi era sembrata una scelta incomprensibile: l’improvvisa decisione di mandare a casa Mario Draghi. Oggi è chiaro che Berlusconi temeva di non avere più tempo, aveva fretta di andare alle urne per completare la sua straordinaria biografia politica con un’ultima vittoria".

 

 

Per quanto riguarda il futuro di Forza Italia osserva: "È prematuro oggi ragionare sul futuro di Forza Italia, anche per rispetto della comunità azzurra, che vive in queste ore un passaggio molto doloroso. Mi sembra irrispettoso. Facciamo un ragionamento per linee generali: Berlusconi ha rappresentato il perno del bipolarismo e del centrodestra italiano. Si parla di centrodestra perché c’è Forza Italia, e Forza Italia è stato soprattutto il partito di Silvio Berlusconi: se riuscirà a conservare quel ruolo dopo la scomparsa del suo fondatore, esisterà ancora il centrodestra. Altrimenti - conclude Carfagna - il bipolarismo cambierà natura, ci sarà solo la destra, e non credo sia un bene nemmeno per la destra". 

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