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Berlusconi, la profezia di Bisignani: "Il suo impero farà la fine di quello di Agnelli?"

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"Morto il Cavaliere, impossibile che ne nasca un altro". Luigi Bisignani, in un articolo pubblicato su Il Tempo, fa un ritratto di Silvio Berlusconi e lo paragona all'Avvocato: "Insieme ad Alcide De Gasperi e Gianni Agnelli, Silvio Berlusconi è stato l’italiano più influente del Dopoguerra. Ma, a differenza di De Gasperi e Agnelli, il primo politico, il secondo imprenditore, Silvio ha fatto di più, in quanto ha rivestito entrambi i ruoli. Talvolta superando perfino il fascino magnetico dell’Avvocato che, per anni, era stato il suo mito".

 

 

Scrive ancora Bisignani: "Per tutta la vita il Cav. ha vissuto con due sindromi che solo in rarissimi casi, spesso geniali, combaciano: era euforico ed ossessivo al tempo stesso. Euforico perché si lanciava in sfide continue nella convinzione di poter raggiungere qualsiasi traguardo, senza paura, gettando il cuore oltre l’ostacolo, anche a costo di farsi male. Ossessivo perché preparava ogni mossa con maniacale precisione e calcolo".

E ora, prosegue, "affermare che ha trasformato la società italiana con l’avvento della tv commerciale è perfino riduttivo" perché il Cavaliere "ha costruito un modello nuovo di abitazioni, anticipando di decenni l’ambientalismo di maniera, ha reso il calcio italiano uno show business innovativo, seducendo accaniti tifosi del Milan persino dalla lontana Cina, ed è l’unico al mondo ad aver messo in piedi in venti giorni un partito politico, che poi è andato subito al governo".

 

 

Insomma, osserva Bisignani, "pur con le sue mille contraddizioni, nessuno dei suoi troppi detrattori e pubblici ministeri che lo hanno perseguito potranno mai togliergli questi incredibili successi, così come la soddisfazione di essere ancora oggi il presidente del Consiglio che ha governato più a lungo l’Italia".

"Una cosa è certa", conclude Luigi Bisignani, "non ci sarà mai più un Cavaliere come lui, forse con qualche macchia, ma di certo senza paura. E con ogni probabilità, il suo impero, così come quello degli Agnelli, finirà all’estero, a pezzi, cosa che non avrebbe mai voluto. Silvio, ci mancherai. Tanto".

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