Berlusconi morto, "notte tranquilla", poi precipita tutto: le sue ultime ore
Una "nottata tranquilla", poi la situazione "è precipitata nel giro di poche ore". La morte di Silvio Berlusconi ha stupito e sconvolto tutti, anche se si conosceva la gravità complessiva delle sue condizioni di salute. A 86 anni, da 2 gli era stata diagnosticata una forma di leucemia cronica per cui era in cura. Prima di Pasqua, il ricovero al San Raffaele per una grave forma di virus respiratorio. La lunga degenza, poi le dimissioni e il ritorno a pieno regime in politica: il leader di Forza Italia si era rituffato in politica, stava seguendo personalmente i dossier sulla riorganizzazione del partito. Sabato era previsto un vertice ad Arcore con i ministri azzurri. Era tutto pronto, poi la nuova corsa al San Raffaele. Sembrava tutto relativamente "sotto controllo", ma la malattia questa volta è stata più forte di lui: alle 9.30 di lunedì 12 giugno il decesso di Silvio "l'immortale".
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"Ho avuto un cancro e, dopo aver superato questa prova, ho imparato a non avere paura di nulla", ripeteva più volte Berlusconi dal 2014, e ancora prima nel 2006, ripensando alla sua esperienza di malato di tumore. Un tumore alla prostata operato nel maggio del 1997, di cui il leader di Forza Italia ha parlato per la prima volta solo nel 2000, davanti a un gruppo di ragazzi ex tossicodipendenti ospitati nella comunità di Don Gigi Vian. Per poi tornarci, di tanto in tanto. Solo uno dei problemi di salute - ultimo la leucemia mielomonocitica cronica - che negli anni lo hanno colpito, accendendo le telecamere sull'ospedale, il San Raffaele di Milano, che è diventato in più occasioni il suo 'rifugio', il suo riferimento per tutti i problemi medici, ma anche il suo 'ufficio' in occasione dei ricoveri più lunghi. In molti ricordano la suite al sesto piano del reparto Diamante.
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In un continuo sovrapporsi dei malanni del capo con la vita politica del Paese, e con le vicende giudiziarie personali. Come a gennaio 2022, l'Italia in attesa del prossimo Capo di Stato. Sono i giorni del 'passo indietro' di Berlusconi dalla candidatura per il Quirinale. Giorni sofferti, intervallati da alcuni passati in ospedale (controlli programmati, a detta del suo medico personale, Alberto Zangrillo). Una frase frequente che verrà ripetuta più volte negli ultimi anni. Soprattutto da quando nel 2016 l'ex premier fu sottoposto a un delicato intervento al cuore per la sostituzione di una valvola aortica. E ancor di più dopo il Covid che lo ha colpito nel settembre 2020. La notizia della sua positività al virus pandemico che ha spezzato tante vite fa il giro del mondo. "Una malattia insidiosa e infernale", la definirà il Cav. "Ma io la sto combattendo", la promessa in una chiamata a sorpresa dal letto del San Raffaele ai senatori di Fi e poi per un saluto a un'iniziativa elettorale che in quei giorni si teneva in Valle D'Aosta. Il 'corpo del capo' che diventa messaggio. Quel corpo definito dal camice bianco a lui più vicino una macchina di Formula 1, talvolta bisognosa di "pit stop". Talvolta sottoposta a 'scossoni', alcuni lievi, alcuni ben più importanti.
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Episodi in certi casi ripresi dalle telecamere, come il 25 gennaio 2013, quando fu colto da malore al Teatro Capranica di Roma, dopo la presentazione delle liste Pdl (subito minimizzato "sto benissimo"). Fatto che fece tornare alla mente quello, più serio, del 26 novembre 2006 a Montecatini. Allora Berlusconi sul palco si congedò dal pubblico con uno "scusate, ma l'emozione ha prevalso...', prima di perdere conoscenza per qualche attimo. Tappa di una personale via Crucis affrontata sempre con coraggio, spesso con il sorriso sulle labbra.