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Ponte sullo Stretto, Salvini: "È chiaro che non ha letto il decreto...", chi c'è nel mirino

Fabio Rubini
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Dal Ponte sullo Stretto al nuovo codice della strada, la parola d’ordine di Matteo Salvini è una sola: i signori del no e delle polemiche strumentali non ci fermeranno. Tira dritto il vice premier e lo dice chiaro in questo colloquio con Libero, nel quale, tanto per farci capire subito che aria tira, parte in tromba con le ultime novità che riguardano «l’opera più green del secolo». Il ponte che collegherà la Sicilia al continente. «Oggi(ieri, ndr) ho avuto la prima riunione con tutte le parti che si occuperanno di costruire il ponte sullo Stretto. Abbiamo analizzato il cronoprogramma che, mese per mese, se sarà rispettato, ci porterà ad aprire i cantieri entro l’estate del 2023». Queste riunioni nelle intenzioni di Salvini «saranno settimanali». Ma c’è di più, il vice premier annuncia che entro la fine di giugno «nominerò il comitato dei nove super tecnici che accompagneranno l’iter del ponte. Tra loro e quelli delle aziende coinvolte, quello sullo Stretto sarà il ponte più studiato della storia».

 

 

 

A OGNUNO IL SUO RUOLO

Ma anche quello destinato a creare più polemiche. Dopo quelle della Corte dei Conti, ieri anche l’Anac, l’Autorità anti corruzione, ha caricato a testa bassa col suo presidente Giuseppe Busia, che sostiene come esista «uno squilibrio nel rapporto tra il concedente pubblico e la parte privata, a danno del pubblico». Secca la replica del vice premier. «Gli manderò una copia del decreto così lo legge, perché secondo me non l’ha fatto. Anzi - rincara la dose Salvini - in questo modo faremo risparmiare agli italiani parecchi miliardi, visto che i privati che avevano vinto la gara, se il ponte non si fa, continueranno a far causa allo Stato». E ancora: «Busia non è nuovo a queste uscite. È lo stesso che per attaccare il nuovo codice degli appalti disse che “i sindaci così faranno vincere gli appalti ai loro cugini...”. L’Anac faccia il suo lavoro, noi faremo il nostro...».

Salvini ne ha anche per chi insinua che la Cina voglia inserirsi nella costruzione del Ponte. «Ribadisco che c’è già un consorzio che lo costruirà, che è quello che ha vinto la gara dieci anni fa e che è composto da italiani, spagnoli, giapponesi e consulenti statunitensi. I cinesi non ci sono e non ci saranno. Se vogliono possono venire in Italia a guardare quanto siamo bravi. Punto». Un altro tema del nostro colloquio con Salvi ni riguarda il Pnrr. E anche qui il vice premier non fa sconti. «Ho scritto una lettera al ministro Fitto, in modo da chiarire bene una volta per tutte la situazione. Per quanto mi riguarda il ministero che guido spenderà tutti i 40 miliardi di sua competenza. Dobbiamo solo fare qualche variazione rispetto al piano stabilito del governo precedente che, per esempio, aveva un po’ sovrastimato la necessità di impianti per il rifornimento dei mezzi ad idrogeno... A Fitto ho scritto anche che se qualche collega in qualche altro ministero non riesce a spenderli tutti e me li vuole dare, io so già co me usarli. Ho un miliardo di opere contro la dispersione idrica già approvate, ma che non sono riuscito a finanzia re... E poi ci sono progetti già pronti a partire che riguardano le case popolari e gli studentati. Temi che van no affrontati seriamente, non piantando tende...».

Altra pagina del colloquio è quella relativa al nuovo codice della strada. Anche in questo caso qualcuno ha giocato a fare confusione. Ecco allora che Salvini prova a rimettere ordine: «Le targhe, frecce, assicurazioni, casco e limiti divelocità, sono per i monopattini, non per le biciclette». Altro punto da chiarire è che il nuovo codice non verrà approvato «con un decreto del governo, ma con un disegno di legge che verrà discusso dal Parlamento. Tra i capisaldi ci saranno l’educazione stradale con punti in più per gli studenti che vi parteciperanno l’ergastolo della patente per chi, in maniera recidiva, verrà sorpreso a guidare ubriaco o drogato e una la stretta sull’uso del cellulare alla guida di auto, moto e biciclette». Poi ci sarà la lotta agli autovelox. Una storica battaglia che il Carroccio aveva sintetizzato con lo slogan “Autovelox rapina del Nord”. Anche in questo caso Salvini chiarisce: «Ne approveremo un unico modello, basta con il far west di questi anni. Poi stabiliremo quali sono i punti pericolosi dove vanno installati». Insomma, «basta con le telecamere che servono solo a far fare cas sa ai Comuni...». Ancora in fa se di studio invece i dispositivi che bloccano i motori delle auto se il guidatore è ubriaco: «Stiamo guardando le carte per capire meglio».

 

 

 

L’EUROPA DEL FUTURO

L’ultima parte del collo quio è dedicata all’Europa, al suo futuro e a una tiratina d’orecchie all’altro vice premier, Antonio Tajani, che ieri parlando di alleanze ha mes so dei paletti sui partiti attualmente in Identità e Democrazia (il gruppo della Lega, della Le Pen e dei tedeschi di Afd). «Io sono per unire il centrodestra e per dare all’Europa un governo che superi l’alleanza Ppe-Socialisti che ha disegnato la Ue del green a tutti i costi, della guerra ai nostri alimenti, delle bistecche sintetiche e delle auto solo elettriche per fare un favore alla Cina. Certo che- prosegue Salvi ni, che a pranzo ha incontrato il leader dei portoghesi di Chega, André Ventura - se iniziamo col dire “tu si, tu no”, si parte male. Lo dico chiaro all’amico Tajani: vediamo come vanno le elezioni in Spagna e Polonia. Poi spero che il Ppe smetta di guardare ai socialisti e lavori per un’alleanza di governo con liberali, conservatori e Identità e Democrazia». Pure con Afd? «Qualche anno fa erano più problematici. Ora hanno cambiato vertici e programmi. Li stiamo osservando...». Parole dolci, infine, per il ministro Giancarlo Giorgetti: «Gli ho fatto i complimenti per il record che ha fatto con l’emissione dei titoli di Stato a favore dei piccoli risparmiatori. Li ho comperati anche io...». 

 

 

 

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