Giuliano Amato, "tra un paio d'anni": per attaccare Meloni tifa per la rovina dell'Italia
A Giorgia Meloni conviene mollare le tentazioni "ungheresi", sposare la causa franco-tedesca e sfruttare "la scomparsa" politica di Berlusconi. La lezione alla premier arriva da Giuliano Amato, ex presidente della Consulta, ex inquilino di Palazzo Chigi nei primi mesi degli Anni Duemila e soprattutto, una prima volta, ai tempi del famigerato "prelievo forzoso nottetempo" dai conti correnti degli italiani, tra 9 e 10 luglio 1992. Da allora, l'importante esponente del Partito socialista si è guadagnato la poco simpatica fama di "vampiro" e, ogni 7 anni, torna in ballo per il Quirinale grazie alla spinta del suo partito di riferimento, il Pd.
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Dall'alto della sua cattedra politica progressista, Amato in un colloquio con Repubblica riflette sulla condizione della leader di Fratelli d'Italia. "La destra italiana è in mezzo a una contraddizione. Da un lato assistiamo a una deriva che è figlia della sua storia, precedente all'esperienza di governo: l'alleanza con Orbán ne è la prova più evidente. Dall'altro lato è in atto una controtendenza moderata che spinge la stessa destra ad avere un ruolo di primo piano nell'Unione europea. Ma un ruolo di primo piano non lo eserciti stando al fianco di Orbán. Sarebbe una politica suicida. Il premier che non vuole popoli di razza mista non vale la Francia o la Germania, suvvia".
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Per Amato è comunque innegabile che al momento resista l'accordo con Orban. "Ma sarebbe sbagliato - aggiunge - non vedere anche l'altro percorso europeo, con le sue indiscutibili convenienze. Con un debito pubblico ancora altissimo e un'economia a rischio anche a causa dei ritardi del Pnrr, in che condizioni si troverà l'Italia tra un paio d'anni? Noi abbiamo bisogno dell'Europa. E l'Europa nutre ancora diffidenza nei nostri confronti. Converrà alla Meloni schierarsi con Orban o piuttosto mettere al riparo la nostra economia? Senza contare che con la scomparsa di Berlusconi dalla scena pubblica s'apre, per chi ne ha il coraggio in questa destra, la porta per il centro politico. Potrebbe essere una considerevole tentazione andare a occuparlo".
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