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D'Alema e le armi alla Colombia, l'intercettazione: "Basta litigi inutili. Il risultato..."

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L'accusa contro Massimo D'Alema e gli altri 7 indagati dalla Procura di Napoli è pesantissima: "corruzione internazionale". La tesi degli inquirenti che da un anno indagano sull'affaire Colombia, cioè la vendita di aerei e navi militari delle partecipate di Stato al governo colombiano, una commessa da 4 miliardi di euro, è che l'ex premier e capo dei Democratici di sinistra, insieme tra gli altri al suo commercialista di fiducia Gherardo Gardo, all'ex ad di Leonardo Alessandro Profumo e l'ex direttore della Sezione navi militari di Fincantieri Giuseppe Giordo, dovesse poi intascarsi una percentuale degli 80 milioni di euro di provvigione sottobanco.

 

 



Molto di più, spiega il Giornale, si capirà dall'analisi dei dispositivi degli indagati, dai pc ai telefonini. L'elenco dei vertici istituzionali colombiani coinvolti dall'inchiesta è lungo e in continuo sviluppo. Un ruolo chiave l'avrebbe avuto Marta Lucia Ramirez, ex ministro degli esteri e vicepresidente della Colombia, che nega di aver mai conosciuto D'Alema e sottolinea di "non aver avuto alcun rapporto con l'acquisto di materiale militare da nessun Paese. Tutto ciò che riguarda il ministero della Difesa e gli acquisti di tale entità devono essere spiegati da coloro che facevano parte di quel dicastero".

 

 

 

 

 

Secondo quanto riporta il Giornale, negli audio rubati della call, si sente D'Alema assicurare al suo interlocutore colombiano, riferendosi allo studio legale di Miami Robert Allen Law che avrebbe seguito la pratica: "Tutti i compensi che Allen riceverà da Fincantieri e Leonardo saranno suddivisi al 50% con la parte colombiana". Nei dispositivi già sequestrati, spiega il Giornale, "potrebbero esserci ancora tracce di messaggi". In uno di questi, rivela il quotidiano diretto da Augusto Minzolini, "D'Alema sembrerebbe richiamare il team all'ordine dopo momenti di tensione: «Vorrei che si smettesse di fare litigi inutili e si lavorasse tutti insieme per l'obiettivo. Ci possono essere risultati molto importanti». Il ruolo dell'ex premier da "mediatore informale" sarebbe stato di grande rilievo in tutta la trattativa. 

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