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Violante, l'ex "toga rossa" contro la sinistra: "Meloni? Per loro sono traditori..."

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Luciano Violante nega di essere quel prezioso consigliere per Giorgia Meloni che tutti dicono. Sostiene al contrario che il suo cuore batte sempre dalla parte opposta ma per sua stessa ammissione, di là c’è rimasto ben poco. Di certo c'è che la sua autorevole voce si aggiunge a quella dei diversi autorevoli esponenti di sinistra, come l'ex presidente della Corte Costituzionale Sabino Cassese ad esempio, che difende le scelte del governo. Lo aveva già fatto a febbraio sostenendo che la "premier Meloni è una politica capace. Le sue politiche concrete possono essere criticate, ma non possono essere definite postfasciste. Sono errori ideologici, ricordano il Berlusconi di “stanno arrivando i comunisti”. Meglio misurarsi sui contenuti". E di contenuti parla lui nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera sostenendo che il Piano nazionale di ripresa e resilienza divide politica e magistratura. Per Violante è un "bisticcio infondato", sarebbe più utile che maggioranza e opposizione gettassero le basi per una moderna democrazia industriale. 

 


L'ex magistrato ed ex presidente della Camera, che ha fatto trent’anni in Parlamento, fa notare che per fare l’autostrada del Sole servirono 8 anni e che ora quel tempo basterebbe appena per gli studi preliminari. "Il Pnrr", puntualizza Violante a Roberto Gressi, "ha messo a nudo alcune nostre storiche fragilità. Oggi tra i giovani dai 15 ai 29 anni, uno su cinque non studia e non lavora; ma un milione e duecentomila posti di lavoro sono vacanti per mancanza di competenze. È un paradosso, una stagflazione dell’occupazione. Ancora: l’autostrada del Sole fu costruita in soli otto anni. Oggi quel tempo sarebbe appena sufficiente per gli studi preliminari. Io preferirei che volessimo bene all’Italia più che ai nostri partiti, di maggioranza o di opposizione, e che costruissimo le competenze necessarie a una moderna democrazia industriale, invece di bisticciare sui poteri della Corte dei conti. Possiamo esserne capaci, come nella ricostruzione del ponte di Genova".

 

 

Nella stessa intervista rifiuta le accuse di "intelligenza con il governo". Eppure l’investitura, passata abbastanza inosservata, c'è stata.  A conferma del rapporto di stima e fiducia reciproca, l'ex toga rossa è stato nominato dalla premier Meloni, via ministro dello Sport Andrea Abodi, presidente del Comitato per gli anniversari nazionali, la valorizzazione dei luoghi della memoria e gli eventi sportivi di interesse nazionale e internazionale. Il 23 maggio scorso si è insediato nella Biblioteca Chigiana di Palazzo Chigi e per i suoi detrattori, da ora, in poi Violante fa anche formalmente parte dell’universo di Chigi. A titolo gratuito, è chiaro. "Non ho ruoli e non do consigli", puntualizza al Corriere della Sera. All'Espresso che invece lo accusa di correre spesso in soccorso della Meloni risponde piccato. "Non si deve considerare traditore chi non si schiera pregiudizialmente contro il governo. La mia è un’opposizione diversa", ha tuonato Violante.

 

 

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