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Pil e occupazione? Ciò che i media nascondono: se ci fosse Draghi...

Giancarlo Mazzucca
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Così va il mondo. Se a Palazzo Chigi sedesse ancora Mario Draghi, nell’ultima settimana i “mass media” si sarebbero dilungati, con tanti titoloni in prima pagina, sul nuovo miracolo del Belpaese capace di crescere sul fronte economico più degli Stati Uniti e dell’Europa intera e in grado di far crescere di nuovo l’occupazione, soprattutto quella femminile. I dati pubblicati parlano chiaro: nel primo trimestre dell’anno, il Pil è cresciuto dell’1,9% mentre l’inflazione è calata a maggio dall’8,2 al 7,6%. Inoltre l’occupazione è tornata davvero a crescere con quasi 400 mila posti di lavoro in più nel giro di un anno. Eppure, tranne qualche eccezione, l’argomento è stato trascurato da molti giornali (e non solo), a conferma che il “leitmotiv” per diverse testate è uno solo: mai incensare troppo Giorgia, sia pure indirettamente, evitando di dare molto risalto a tutte quelle notizie che possono confermare come il suo governo stia procedendo bene. E continua a esserci anche un’altra parola d’ordine: difendere a tutti i costi Elly Schlein anche quando (vedi i risultati delle ultime elezioni amministrative) è indifendibile.

 

Se riflettiamo bene, la scarsa pubblicità data agli ultimi risultati economici è, a dir poco, kafkiana perché per tanto tempo abbiamo versato lacrime amare sull’Azienda Italia dilaniata dagli effetti del Covid e presa di mira dai contraccolpi della guerra in Ucraina. Prima degli ultimi dati, in molti paventavano quindi un futuro sempre più nero con scenari apocalittici disegnati dai “guru” del disfattismo: come avremmo potuto voltare definitivamente pagina? Poi, ecco un piccolo miracolo all’italiana: stiamo voltando pagina e riusciamo anche a crescere più di certi “cugini” che continuano a considerarci come l’ultima ruota del carro.
Ma la svolta è stata, in tanti casi, sottovalutata.
L’aspetto paradossale di tutta la vicenda è che in molti abbiano trascurato il sorpasso economico tricolore per dare invece ampio spazio al presunto “golpe” che avrebbe colpito il “carrozzone” pubblico della Rai con l’occupazione da parte del centrodestra dei piani alti di Viale Mazzini e con le conseguenti dimissioni delle “voci libere”, tipo Fabio Fazio e Lucia Annunziata. Se ci fosse stato davvero questo “golpe”, avremmo dovuto vedere almeno sulla Rai servizi molto ampi sulla grande svolta del Belpaese che invece qualcuno considera ancora il fanalino di coda del Vecchio Continente. Niente di tutto questo è avvenuto: semmai, è stato dato rilievo, all’assemblea della Banca d’Italia, alla relazione di Vincenzo Visco, quella che un tempo veniva chiamata “la messa cantata”, all’assemblea della Banca d’Italia, con il governatore che ha lanciato moniti sul Pnrr e sui troppi giovani ancora precari. Siamo, insomma, alle solite e, come tanti “kamikaze”, facciamo sempre “harakiri”.

 

 

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