Rai, scontro tra il dg Rossi e la Lega: scintille sul canone
«La Rai è il servizio pubblico che ha il canone più basso in Europa, molto meno di Bbc e France Television». Giampaolo Rossi, nuovo direttore generale della Rai, nella sua prima uscita pubblica al vertice di viale Mazzini, sottolinea la cornice nella quale si trova a operare la tv di Stato.
«Lo ricordo» ha aggiunto Rossi, storico uomo Rai e vicino a Fratelli d’Italia, «non perché voglia fare polemiche di alcun tipo. La Rai è il servizio pubblico che ha il canone più basso in Europa, quindi la capacità di investimento è direttamente proporzionale alle risorse economiche. In un mercato in cui la parte commerciale e pubblicitaria è abbastanza frantumata e frastagliata». La dichiarazione, pronunciata al festival “Cartoons on The Bay”, ha causato l’immediata replica della Lega: «Ribadiamo l’impegno di ridurre, fino all’obiettivo di azzerare, il canone Rai che oggi è a spese degli italiani», recita una nota del Carroccio. Da tempo nel Centrodestra è vivo il dibattito sulla possibilità di togliere il canone Rai dalla bolletta della elettricità: l’Europa ha sottolineato più volte la necessità di rimuovere gli “oneri impropri” dalle bollette; d’altro canto la misura presa dal governo Renzi aveva l’obiettivo di ridurre se non azzerare l’evasione, e ha portato maggiori introiti all’azienda.
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Il dibattito ieri ha visto intervenire anche Daniela Ruffino, esponente del partito di Carlo Calenda Azione: «Appena il tempo di insediarsi nell’incarico e il nuovo direttore generale della Rai Giampaolo Rossi pensa bene di lamentarsi “per il canone più basso d’Europa”. Con tanti saluti al leader della Lega Matteo Salvini, che ha venduto fumo fino all’altro giorno promettendo di cancellare il canone Rai. Il governo Meloni si rivela ogni giorno che passa come una somma di velleità destinate a sgonfiarsi quando la realtà irrompe e non ammette repliche».
Dal canone ai nuovi palinsesti. Mentre la sinistra continua a criticare il governo per gli addii di Fabio Fazio e Lucia Annunziata (avvenuti prima ancora che si insediassero formalmente i nuovi vertici), ieri Enrico Mentana al Festival della Tv di Dogliani è stato netto: «In Rai non ci sono martiri, c’è lo spoil system». Secondo Mentana, «non c’è niente di meglio che interrompere un rapporto senza fare scene madre o i martiri di Belfiore, senza lasciar intendere che con te o senza dite la libertà e la democrazia cessino di esistere. Nessuno di noi è insostituibile». Per il direttore del Tg di La7, «se accetti di lavorare in Rai sai che ci sono i partiti. Ogni volta ci sarà qualcuno che tenta di mettere i suoi uomini o le sue donne ma non c’è mai lesione della democrazia: c'è lo spoil system. Basterebbe una riforma di una riga, quella per sottrare la Rai al controllo dei partiti». Ieri, intanto, il senatore azzurro e componente della Commissione di Vigilanza Rai Maurizio Gasparri torna ad attaccare le contraddizioni del campo progressista: «Sono le minoranze attuali che usano la Rai come ufficio di collocamento e di ricollocamento».
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Gasparri cita il caso di Donatella Bianchi: «Esponente Rai, ha condotto per anni Linea Blu, si è recentemente candidata alla testa dei grillini alle elezioni Regionali del Lazio che si sono svolte il 12 e il 13 febbraio. Benché sconfitta per la corsa alla presidenza è stata eletta consigliere regionale. E ha subito pensato di tradire gli elettori, non numerosi ma che comunque le avevano dato fiducia, e si è dimessa dall'incarico di consigliere regionale».