Metropol, la Lega denuncia in Procura: "Chi c'è dietro il complotto contro Salvini"
C'è lo zampino dell'Espresso dietro l'inchiesta sul Metropol contro la Lega? Ad affacciare l'ipotesi inquietante di "complotto mediatico-politico-giudiziario" contro Matteo Salvini è La Verità, con la Lega che diffonde una nota pesantissima. Il Carroccio, si legge, "ha dato mandato ai propri legali di presentare un esposto in Procura e di procedere in tutte le sedi per ripristinare la verità e tutelare le proprie ragioni, dopo la sconcertante inchiesta pubblicata oggi dal quotidiano diretto da Maurizio Belpietro: la vicenda dell’hotel Metropol di Mosca - scrive oggi il giornale - è stata una macchinazione costruita a tavolino per colpire il partito e il leader Matteo Salvini (ai tempi Vicepremier e Ministro dell’Interno) alla vigilia delle ultime elezioni Europee".
68 milioni di balle. Fondi russi, trionfo-Lega in tribunale dopo 4 anni di fango
Il corposo articolo di Giacomo Amadori tenta di fare luce sul presunto scandalo dei fondi russi alla Lega. Presunto, perché il caso è stato archiviato penalmente. Secondo quanto riportato da una informativa della Guardia di Finanza di Milano, sarebbero emerse tracce di contatti telefonici e di incontri tra uno degli indagati, Gianluca Meranda, e uno dei giornalisti dell'Espresso che hanno firmato lo scoop, Giovanni Tizian.
"Ora le querele". Fango russo? La vendetta di Salvini: chi è nel mirino
"Altro che scoop - commenta la Lega, suffragando un pesantissimo sospetto -: un faccendiere scriveva, parlava, registrava, cercava in tutti i modi di tirare in ballo la Lega e poi passava tutto all'amico giornalista che confezionava gli articoli per la felicità della sinistra e dei suoi giornali. I due (faccendiere e giornalista) si parlavano spesso, si incontravano, addirittura si erano recati a Mosca insieme. Non una inchiesta, quindi, ma una macchinazione per incastrare i rivali politici. Il tutto è stato annotato dalla Guardia di Finanza e riportato con evidenza da La Verità di oggi".
I fondi russi alla Lega non esistono: la storia di un trappolone fallito
"È bene ricordare che, dopo anni, i giudici hanno già stabilito l'assenza di passaggi di denaro dalla Russia o di reati a carico della Lega - conclude la nota di via Bellerio -. Ora, queste rivelazioni offrono nuovi spunti che - ne siamo certi - saranno di grande interesse giudiziario. Siamo di fronte a uno scandalo, a una macchinazione che ha inquinato la nostra democrazia e il dibattito pubblico: la Lega si aspetta interventi chiari dalla politica, dalla magistratura, dall'ordine dei giornalisti e dai commentatori che per anni hanno rovesciato fango". Il post scriptum della Lega è ancora più avvelenato: "Il direttore che aveva consentito la pubblicazione delle trame contro Salvini, Marco Damilano, è stato poi promosso in Rai dalla sinistra. Ci aspettiamo parole inequivocabili anche da parte sua".