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Meloni, sospetto sulla Ue: "Partita la campagna contro di noi"

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Un gioco sporchissimo contro l'Italia, e in particolare contro il governo di Giorgia Meloni. A essere in assetto da campagna elettorale per le Europee del 2024 non sono solo Pd e opposizioni, è il sospetto che si agita a Palazzo Chigi negli ultimi giorni, ma pure i vertici dell'Unione a Bruxelles, magari su suggerimento interessato di qualche sinistra manina italiana.

 

 

"Sul Pnrr la partita dell’Italia con Bruxelles non è più una questione di regole e tanto meno di numeri: è diventata una questione politica", spiega sul Corriere della Sera il retroscenista Francesco Verderami, riportando la convinzione più intima della premier. L'ultimo indizio? Le critiche planate sul governo da un portavoce della Commissione Ue per la decisione di revocare alla Corte dei Conti il controllo sui fondi.

 

 

 

"Il fatto che la lunga nota di Palazzo Chigi confuti punto per punto quella tesi - scrive sempre Verderami - testimonia l’intenzione della premier di voler stoppare sul nascere un’operazione politica di cui c’era sentore da giorni nell’esecutivo e nella diplomazia". Il ritornello delle ultime ore è noto: l'Italia come la Polonia, o peggio l'Ungheria, il paese di Orban guardato con diffidenza dai vertici Ue (che vorrebbero addirittura togliere a Budapest il semestre di presidenza già fissato per il 2024).

 

 

 

L'Europa ha già sospeso i fondi all'Ungheria, "a tutela degli interessi finanziari" della stessa Unione, per non avere disposto "un controllo adeguato sulla spesa". Uno scenario che andando avanti di questo passo i più pessimisti paventano anche per l'Italia. E non a caso l'indiscreto di Verderami riporta una riflessione tra il preoccupato e lo sconsolato della Meloni, "ogni giorno ce n’è una". Da qui la volontà di non incassare, ma rilanciare, e non farne passare liscia una. Il sospetto è assai concreto: nei 3 anni scorsi non è stato fatto nessun appunto all'Italia, in pochi mesi si è scatenato un bombardamento. Il che avrebbe fatto dire alla Meloni: "A meno che il problema sia legato al nostro governo".

 

 

 

Il bicchiere però è mezzo pieno, perché dagli ambienti di governo appare evidente la "debolezza" e l'ansia che si respira a Bruxelles, dove ci si sta già preparando al terremoto delle prossime elezioni. Come sottolinea un ministro di centrodestra, "se le previsioni del voto dovessero realizzarsi e in Europa si concretizzasse una maggioranza tra Popolari, Conservatori e Liberali, cambierebbe tutto. Perciò gli avversari reagiscono". Con la Meloni unica leader in piena forza tra i grandi del Continente, visto che Macron e Scholz appaiono assai traballanti in Francia e in Germania e con lo spagnolo Sanchez costretto al voto anticipato.

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