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Pd, Dario Nardella "viola la Costituzione": è delirio a Firenze

Giovanni Sallusti
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Di seguito, l’idea di proprietà privata che coltiva quello che solitamente ci viene presentato come un moderato, un pragmatico, un riformista del Pd, Dario Nardella (spoiler purtroppo non iperbolico: non sarebbe dispiaciuta a Vladimir Il'il'janov, detto Lenin). Il sindaco di Firenze ieri ha convocato una conferenza stampa per annunciare con incontenibile entusiasmo dirigista “il divieto di utilizzare immobili e appartamenti con destinazione residenziali per affitti turistici brevi nell’area Unesco della città”. Area che coincide appena con l’intero centro storico. Quanto alla definizione di “breve”, Nardella e i funzionari che lo hanno supportato nella genialata l’hanno tradotta in “inferiore ai 30 giorni”.

 

 

Calcolando che lo stesso capo-Soviet, ehm pardon, primo cittadino, ci informa che “la permanenza media dei turisti è di 2,9 notti”, valutate voi quale violenza alla libertà dei proprietari di casa, alla libertà di chi vuole visitare la città simbolo del Rinascimento (che fu tale anche economicamente, fu momento di esplosione di scambi e di commerci, Nardella se ha conservato un sussidiario delle elementari può facilmente verificare), quale violenza a quella forma elementare di libertà che è l’ordine spontaneo del mercato stia andando in scena all’ombra della cupola del Brunelleschi. La cosa (tragi)comica è che l’oscenità socialista di sinistra nasce per reazione alla boiata socialista di destra. Nei giorni scorsi infatti il ministro Daniela Santanchè aveva presentato una bozza di disegno di legge incentrata sulla “disciplina delle locazioni di immobili ad uso abitativo per finalità turistiche” (perché poi la materia vada a tutti i costi “disciplinata” sarebbe interessante chiederlo all’imprenditrice, ancora prima che alla politica).

 

La bozza prevede l’obbligo di permanenza di almeno due notti nei centri storici delle città metropolitane. Ovvero, io proprietario non posso affittare la mia proprietà per una notte, ci sta dicendo un governo di centrodestra (sic), presumibilmente per colpire le malvage e plutocratiche multinazionali della ricettività come Airbnb o Booking. Nei fatti, si vanno a colpire solamente i liberi individui che vorrebbero ricavare un legittimo guadagno da appartamenti in loro possesso, e addirittura farlo nelle modalità che più aggradano a loro e al cliente. Ma quel che fa inorridire qualsiasi liberale compos sui, ovviamente, non è abbastanza per il “moderato” Dario Nardella. Anzitutto per chi trasgredisce “c'è la nullità del contratto, ma non c'è nessuna sanzione pecuniaria”, inoltre “non c'è nessuno strumento di pianificazione e regolazione affidato alle amministrazioni locali”. E a Nardella piace da matti sanzionare, pianificare e regolamentare, è più forte di lui, si sente pienamente realizzato soltanto quando impedisce a qualcun altro di disporre di un bene di sua proprietà come meglio crede. E allora via alla mannaia integrale, o meglio integralista, contro gli affitti brevi tout court. “Ci rendiamo conto che la nostra è una norma ardita”, ha dichiarato con invidiabile disinvoltura eufemistica, visto che il termine giusto sarebbe “incostituzionale”, essendo la proprietà privata tutelata perfino in una società non esattamente figlia del liberismo anglosassone come la nostra (articolo 42 della Costituzione).

 

 

 

“Ma”, ha aggiunto, “siamo consapevoli di poterla difendere giuridicamente”, non ha chiarito se in appositi Tribunali del Popolo o in quelli previsti dalla medesima Costituzione. In ogni caso, la guardia rossa Nardella è insospettabilmente umana, e oltre al bastone agita anche la carota. Ai piccoli proprietari fiorentini di casa, sostanzialmente, si presentano due alternative. O fare la fine dei kulaki, i piccoli proprietari di terre sotto lo stalinismo, cioè essere liquidati, seppur con modalità meno cruente e in nome di parole d’ordine graziose e politicamente corrette come “sostenibilità”. O accettare (e qui siamo più verso lidi maoisti) la rieducazione da parte dell’illuminata giunta Nardella: “Useremo la leva fiscale per tutti coloro che vorranno collaborare e tornare indietro: i proprietari di immobili, attualmente destinati ad affitto breve, che vorranno tornare a fare affitti di lungo periodo avranno da parte della nostra amministrazione un incentivo: l’azzeramento dell’Imu seconda casa per tre anni”.

 

 

Si offre loro persino la possibilità di “collaborare” (occhio al linguaggio: i governanti autoritari cercano “collaborazionisti”, nelle democrazie liberali ci si accontenta di cittadini), di “tornare indietro” e redimersi. Vi togliamo pure l’Imu, strizza l’occhio il borgomastro paternalista, aggiungendo al danno la beffa implicita: la tassa sulla seconda casa è quindi rinunciabile per le case comunali, ma il Comune è disposto a rinunciarvi solo se i tassati fanno atto di sottomissione, solo se delegano al compagno sindaco e ai compagni assessori la sovranità sull’amministrazione dei propri beni. “Non potevamo più stare a guardare”, ha detto un (troppo) ispirato Nardella. E invece sarebbe necessaria proprio una politica che “sta a guardare”, che non entra nelle case, nelle tasche, nelle scelte delle persone. Perdonate, ci siamo fatti prendere la mano, torniamo subito alla realtà, che in Italia assume la veste del socialismo reale. 

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