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Rocco Casalino scende in campo: "Me lo merito", ecco con chi si candida

Rocco Casalino

Brunella Bolloli
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Rocco, ancora tu. Ma non dovevamo vederci più? C’era un periodo in cui Casalino era ovunque, ombra di Giuseppe Conte premier dei mille decreti e delle conferenze stampa a orari marzulliani. Occupava le stanze del potere e si stagliava dritto come un fuso nel suo completo blu alato dell’avvocato del popolo che ci imponeva chiusure forzate. Poi il silenzio, ma solo perché la politica è così e capita che tocchi di stare fuori un giro, o due. In realtà il Portavoce (titolo dell’autobiografia di Casalino), non è mai del tutto uscito dai radar, ha solo fatto un passo di lato «per non creare problemi a Giuseppe» e alle scorse Politiche è stato vicinissimo alla candidatura. Ora, e qui sta la notizia, manca un anno alle Europee e il comunicatore M5S punta a Bruxelles. «Ci sto pensando», ha confermato lui stesso a Simone Canettieri del Foglio.

 

 

E in fondo se pure uno come Dino Giarrusso, ex Iena transitata dal Movimento e poi uscita sbattendo la porta, è riuscito a farsi eleggere all’Europarlamento, perché Rocco no? Il desiderio da parte sua c’è. «Me lo merito», si sarebbe sfogato l’ex concorrente del Grande Fratello folgorato sulla via del Vaffa da Grillo e Casaleggio. C’è tempo prima che siano definite le candidature e tra i Cinquestelle si parla dell’ex capo dell’Inps, Pasquale Tridico, dell’ex direttore dell’Avvenire Marco Tarquinio (che però ha smentito in più occasioni), della candidata alla Regione Lazio, Donatella Bianchi, e pure del direttore de La Notizia Gaetano Pedullà. Del gruppetto “vip” potrebbe dunque far parte anche Casalino, il quale, secondo i rumors, correrebbe nella circoscrizione Sud, feudo contiano. Il capo politico è in difficoltà: le recenti Amministrative hanno segnato il tonfo del Movimento, relegato, specie al nord, a percentuali da minimo storico e, sebbene alle elezioni locali i grillini ormai non tocchino più palla, la competizione europea è un’altra cosa. Il portavoce, poi, non ha mai mollato: criticato, osteggiato, insultato non solo dagli avversari ma anche da una fronda interna che gli ha sempre imputato troppo potere, ha il pregio di non avere mai cambiato casacca, mentre tanti pentastellati si sono riciclati altrove.

 

 

Un grande ex è Luigi Di Maio, da ieri entrato ufficialmente nel ruolo di inviato speciale Ue nel Golfo Persico. Il ministro degli Esteri del governo Conte prima e Draghi poi ha esordito con il seguente tweet tradotto anche in lingua araba e in farsi: «Sono pronto e impegnato a interagire con gli Stati membri e le istituzioni dell’Ue e ciascuno dei nostri partner nella regione. C’è così tanto in gioco e così tanto da fare, attraverso un dialogo genuino e il rispetto reciproco. Per la nostra sicurezza e la nostra prosperità comuni». Poi Gigino è andato al Quirinale per il ricevimento offerto da Mattarella per il 2 giugno. 

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