Roberto Gualtieri, una valanga di soldi a chi occupa il Comune: lo scandalo
Tutto subito e in bonifico. Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, stende il red carpet a Valerio Carocci e ai ragazzi del Cinema America. Un’altra estate al fresco, il condizionatore lo pagano i contribuenti capitolini. Andiamo per gradi. Venerdì 26 maggio. Carocci, il ragazzo d’oro della sinistra intellettuale che piace alla sinistra intellettuale, spalanca le porte del Campidoglio. O finanzimento o muerte. Tra i primi a riportare la notizia i colleghi de Il Foglio che hanno descritto uno scenario in stile stallo alla messicana. Uno dei fondatori della Fondazione Piccolo America ha puntato e contemporaneamente chiesto le sue fiches, 300mila euro, per finanziare il festival cinematografico capitolino Cinema in piazza che si svolge tra piazza San Cosimato, Cervelletta e Monte Ciocci nel cuore pulsante trasteverino. Ha tenuto così in scacco gli uffici di gabinetto del sindaco della Capitale per sette ore. A dissuaderlo non è bastata neanche una telefonata di sua armocromia Elly Schlein. Ma le trattative, il copione prevedeva già tutto, in questi casi lo sappiamo non conoscono colpi di scena.
LA DELIBERA Il consigliere del Partito Democratico, Erica Battaglia, nonché presidente della commissione capitolina Cultura ha rotto gli indugi e dato il via libera alla delibera che mette sul piatto 450mila euro che serviranno, per 198mila euro, a finanzirare la partecipata Fondazione Cinema per Roma, ente di diritto privato in controllo pubblico, mentre 250mila euro sono pronti a finire nelle tasche degli amici degli amici del Cinema America. L’assessore romano alla cultura Migue Gotor quanto prima sottoporrà «la delibera all’approvazione della giunta, si tratta di progetti di alto valore culturale che potranno essere così fruiti gratuitamente dalla cittadinanza». Come se i finanziamenti pubblici non fossero sborsati dalla cittadinanza. Malo sconto di 50mila euro, sulle pretese, del resto doveva essere pur fatto pesare. Il ciak finale lo offre il Sindaco Gualtieri. «Vengono attribuiti i finanziamenti, ndr - grazie al regolamento che attribuisce alla Giunta la possibilità di concendere contributi per progetti culturali di eccezionale rilevanza pubblica per la città».
LEGITTIMITÀ Ed è subito inchino. Del resto dopo le parole che la stampa “nazionalrivoluzionaria” in calce al The Times ha dedicato ai ragazzi del Cinema America, a stelle e strisce statunitensi un classico italiano dal 1945, tutto diventa più roseo, più semplice, più levigato. «Mentre decine di cinema a Roma sono stati trasformati in negozi e sale bingo, un gruppo di giovani attivisti sostenuti da grandi nomi di Hollywood ha vinto una decennale battaglia legale per salvare dalla demolizione il più grande cinema monosala della città». Ovazione. All’appello, dopo gli anni della giunta Zingaretti in Regione, mancava solo il comune di Roma. In questo modo sono riusciti anche a far sobbalzare dalla sedia Virginia Raggi, mentre Fabio Rampelli, guidando la truppa Fratelli d’Italia, pone l’accento sulla legittimità dell’atto. «Mi auguro - dichiara l’onorevole di Fdi - ci sia un’indagine della Corte dei Conti per danno erariale mentre sul fronte nazionale chiederò un’audizione del sindaco Gualtieri in commissione e presenterò un’interrogazione parlamentare al ministro Piantedosi». Eppure questo carrozzone, ancora una volta a tinte rosse, ci mostra la strada, per dirla alla Fulvio Abbate, dell’amichettismo. L’antifascismo di questa bandiera ne ha fatto un vanto costruendo realtà, trame e sceneggiature a destra invece, per paura e mancanza di progettualità, diventa mera materia d’indignazione. Nulla più. Invece leggendo tra le righe ci sarebbe molto da imparare.