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Massimo Cacciari: "Pd? Perché è normale che perdano"

Massimo Cacciari

Hoara Borselli
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 «La sinistra è sparita. Da trent’anni non rappresenta più il popolo. Anche se Elly Shlein fosse un genio non cambierebbe nulla». Parte così la nostra chiacchierata con Massimo Cacciari, filosofo e politico italiano. L’ex sindaco di Venezia ha così analizzato la clamorosa sconfitta del centrosinistra alle amministrative.

 

 

 

Professor Cacciari, l’Italia e l’Europa hanno virato a destra. La sconfitta di Sanchez in Spagna, la Svezia che dopo un secolo ha cambiato rotta, Comuni italiani, da sempre fortini rossi, saranno amministrati dalla destra.
«Il risultato di queste Amministrative che ha visto la clamorosa sconfitta della sinistra, era scontatissimo. Scusi, ma come si può pensare che vinca la I sinistra quando oramai rappresenta solo alcune categorie? Sono trent’anni che il popolo non si sente più rappresentato dalla sinistra. Lo dimostra il fatto che più ti allontani dai centri storici delle città e più la sinistra perde. La sinistra negli anni è diventata sempre più il punto di riferimento di un ceto medio relativamente solido, acculturato, di quella che possiamo definire la borghesia illuminata».

La sinistra non riesce a dare risposte concrete ai bisogni delle persone? Per questo sta perdendo consensi ovunque?
«In un periodo storico in cui il ceto medio va proletarizzandosi e si creano neo plebe in tutto il mondo occidentale, dove le diseguaglianze si moltiplicano, la sinistra è stata totalmente incapace ad arrestare questa deriva. Anche all’interno del centrosinistra ha vinto su tutta la linea una strategia e una cultura neo liberista, quella delle privatizzazioni. C’è poi un altro elemento: a destra sono consapevoli che bisogna lavorare in coalizione dimostrando di saper fare politica, a differenza del Pd e dei 5Stelle».

Nessun effetto Schlein quindi?
«Non basterebbero centomila Schlein per rimontare. Non è cambiando leader che si possono risolvere problemi radicati negli anni. Anche se la Shlein fosse un genio non cambierebbe nulla. Qui parliamo di uno scenario epocale, della fine di culture politiche, dell’affermarsi di un paradigma culturale completamente nuovo, neo liberista. La sinistra è iniziata a sparire trent’anni fa. Entrata in crisi negli anni ’70 e ’80 non è riuscita ad affrontare l’era della crisi fiscale dello Stato, adottando vecchie politiche di carattere assistenziale. Così facendo è stata surclassata da una politica liberista partendo da Reagan, dalla Thatcher, e poi inesorabilmente dilagata».

 

 

 

Ospite in una recente trasmissione ha dichiarato : «Chiamate destra, destra. Basta etichettarla con gli “ismi” del passato».

«Io ritengo che quella che sta vincendo in Europa è una destra che non ha nulla a che vedere con il fascismo . La sinistra sperava, con la “caccia al fascismo”, di ottenere qualche risultato, ma non ha sortito alcun effetto. Quella del fascismo è una narrazione talmente idiota e fuori del tempo che non costituisce alcun pericolo agli occhi di nessuno. La storiella trita e ritrita della sinistra ha stancato e non fa più presa sugli elettori». 

 

 

 

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