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Pd spaccato in aula sulle armi a Kiev: Elly Schlein perde il controllo

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"Attenta a non dare segnali di arretramento sul sostegno all'Ucraina". Il monito arrivato dall'ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini continua a risuonare minaccioso nella testa di Elly Schlein e le impedisce di prendere una decisione netta, univoca su come il Pd deve votare a Strasburgo il provvedimento proposto dal commissario Thierry Breton per aumentare la capacità produttiva europea di materiale bellico da spedire a Zelensky per difendersi dall'aggressione di Putin. Ha scelto di non scegliere Elly Schlein, rivela Giovanna Vitale su Repubblica. Almeno per un altro po'. Sul piano comunitario per rifornire di munizioni l'Ucraina, il gruppo dem a Strasburgo resta spaccato. Senza una chiara indicazione sulla linea da tenere domani in aula, quando si dovrà dire sì o no all'Act in Support of Ammunition Production.

 

L'incontro a distanza tra la segretaria e gli europarlamentari Pd, ricostruisce la Vitale, non ha portato a nulla perché sondando gli animi la Schlein si è resa conto che la maggioranza è orientata per il sì. Da qui il rinvio a oggi della decisione sul finanziamento degli aiuti militari. Il ragionamento, secondo il retroscena di Repubblica, è che se la famiglia progressista, cui il Pd appartiene, farà suoi gli emendamenti presentati dalla delegazione italiana per escludere i fondi del Pnrr e di coesione dal finanziamento degli aiuti militari, i Dem tricolori diranno sì. Altrimenti, si potrebbe optare per l'astensione che manterrebbe l'unità del gruppo. Questo approccio è criticato dai centristi del Pd, come Guarini, che hanno già avvertito la segretaria:  "Attenta a non dare segnali di arretramento sul sostegno all'Ucraina".

 

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