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Elly Schlein, "la grande sconfitta in Rai": come l'ha fregata il governo

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Nella partita sulle nomine in Rai a uscirne malissimo è la segretaria del Pd, Elly Schlein. Come riporta Dagospia, la leader dei dem "era contraria ad avere nei posti di comando persone associate a un Pd del passato, non 'suo', e si ritrova con il Tg3 nelle salde manine del renziano-trasversalista Mario Orfeo, il talk di Bianca Berlinguer e Rai Cultura guidata da Silvia Calandrelli". La Schlein proprio per non ritrovarsi in Viale Mazzini dei colleghi di partito non graditi, scrive ancora Dago, "aveva sguinzagliato il suo ambasciatore, Francesco Boccia (ma si è attivato anche Dario Franceschini) per 'trattare' con il neo ad, Roberto Sergio, le caselle destinate al Partito Democratico". 

 

 

Ma la segretaria deve aver dimenticato che Sergio è un "democristiano di lungo corso", vicinissimo a Casini, ed "esponente del cosiddetto 'partito Rai'", che "per sedersi sulla poltrona di Amministratore delegato ha accettato di entrare in una 'alleanza' con il plenipotenziario di Fratelli d'Italia Giampaolo Rossi, che a sua volta ha trovato al suo fianco quel gran navigatore di stampo renziano di Mario Orfeo e la presidente, Marinella Soldi, anche lei renziana che fu nominata come Fuortes dal governo Draghi, che si è poi assicurata la conferma fino al prossimo anno allineandosi senza fare un plissé ai voleri del duplex Rossi-Orfeo)".

E così, conclude Dago, tutte le richieste di Boccia sono state rimbalzate, compresa quella di Elly Schlein di mettere al Tg3 Costanza Crescimbeni.

 

 

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