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Pd, battaglia per Cospito e silenzio sui due detenuti morti in in cella

 Alfredo Cospito

Hoara Borselli
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Aveva 45 anni, siciliano di Gela, era accusato di omicidio. Ergastolo. Era in cella ad Augusta. Lui gridava di essere innocente. Per protesta aveva iniziato uno sciopero della fame. Ha retto 41 giorni. Poi è morto. È morto ad aprile. Non sappiamo neanche la data del decesso. Sempre nel carcere di Augusta, stesso periodo, un detenuto russo condannato all’ergastolo ha iniziato ai primi di marzo uno sciopero della fame. Chiedeva di essere estradato in Russia a scontare la pena nella sua città. Ha digiunato per 61 giorni. È morto il 9 maggio. Se ne parla poco nei giornali di questi due casi. Quasi niente.
Non erano anarchici, nemmeno mafiosi, non stavano al 41 bis, non c’entravano con la politica.

Silenzio. Cosa importa di loro e a chi importa di loro, se la loro lotta, la loro vita o la loro morte non hanno in nessun caso contraccolpi politici, e non portano vantaggi o svantaggi ai partiti, o a esponenti dei partiti? Non importa niente.

Non conosciamo neppure i nomi di questi due detenuti. E non sappiamo se fossero colpevoli o innocenti. Sappiamo che sono morti e basta. Per 61 giorni, più di due mesi, nessuno si è accorto che una persona umana stava facendo lo sciopero della fame in cella e rischiava davvero la vita. Queste due persone scioperavano in modo drastico e reale: senza aiuti, probabilmente senza nessuna assistenza medica. Sapevano di essere nel miglio verde che ti porta alla morte. Speravano che questa loro estrema protesta portasse a qualcosa, che qualcuno si occupasse di loro. Illusi.

Noi eravamo interessati solo al caso Cospito. I deputati del Pd andavano in carcere a visitare i detenuti mafiosi al 41 bis, e parlavano con loro, e si scandalizzavano perché qualche deputato di destra denunciava la loro azione irresponsabile, e si giustificavano giurando che si trattava solo di una doverosa attività ispettiva nelle carceri, che solo per questo erano andati a visitare gli uomini di Cosa Nostra che avevano le celle vicine a quella di Cospito, anarchico condannato per avere tentato una strage di militari.

Ma i deputati del Pd la loro azione ispettiva l’hanno conclusa lì. Nemmeno per la testa gli è passata l’idea che poi ci sono molte altre migliaia di persone in cella. Ciascuno coi suoi problemi. Non hanno mai saputo, i deputati del Pd, che due detenuti, ad Augusta, stavano sfidando la morte. E che forse le loro richieste e le loro proteste erano ragionevoli. Macché: i deputati del Pd preferivano far gazzarra a Montecitorio, rilasciare interviste sui giornali. Vedete, io credo che chi sbaglia deve pagare. Che chi viene condannato per avere commesso dei delitti deve stare in carcere. Credo anche che il 41 bis sia una regola sensata e non si può eludere a colpi di ricatti.

Quello che mi scandalizza davvero, nel vero senso della parola, è l'ipocrisia, il trionfo dell’ipocrisia di fronte alle grandi tragedie umane. La morte di quei due detenuti grida vendetta al cielo. E pesa sulla coscienza di chi ha fatto finta di interessarsi ai carcerati, mentre dei carcerati non gliene fregava assolutamente niente. Ora il garante dei detenuti strepita che queste cose non devono succedere. Già. Io non ricordo di avere ascoltato, in marzo, in aprile, in maggio, la voce tonante del garante dei detenuti che protestava per i due lasciati a morire in cella ad Augusta. Ha rilasciato dichiarazioni di fuoco? Ha chiesto interrogazioni parlamentari? Si è andato a legare al parapetto del ministero della Giustizia? Macché. Se chi sciopera e digiuna non è quantomeno anarchico o comunista a chi vuoi che gliene freghi niente? 

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