Zelensky da Papa Francesco, "chi è assente": una bomba in Vaticano
L'incontro di Papa Francesco con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky si terrà dopo le ore 15. Da quanto si apprende, il presidente e il suo seguito giungeranno, quindi, in Vaticano nel primo pomeriggio per l'attesa visita. Quindi, il seguito del presidente ucraino si incontrerà con i vertici della Segreteria di Stato vaticana ma non con il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, impegnato oggi a Fatima.
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Particolarmente significativa l'assenza proprio di monsignor Parolin. Dai vertici diplomatici del Vaticano fanno notare, dettaglio non secondario, che quella di Zelensky a San Pietro è una "visita ufficiale" ma non una "visita di Stato". Diplomaticamente, questa distinzione comporta un dato importante: non è necessaria la presenza del "ministro degli esteri" del Vaticano Parolin. Così come a livello italiano Zelensky non incontrerà i presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, per lo stesso motivo: il presidente ucraino è in visita ufficiale ma non di Stato, e infatti il suo arrivo non è stato preceduto dai tradizionali lavori preparatori previsti invece dalla seconda eventualità.
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Ma al di là della "etichetta internazionale", l'assenza di monsignor Parolin potrebbe essere legata a una precisa motivazione politica. La volontà cioè di lasciare al solo Pontefice la gestione del colloquio con Zelensky, oppure la richiesta dello stesso presidente ucraino di parlare a tu per tu con il Santo Padre. Da Kiev, intanto, sembra emergere una certa insofferenza per le indiscrezioni sul contenuto del colloquio. Secondo alcune fonti di stampa italiane, Bergoglio sarebbe intenzionato a chiedere a Zelensky la disponibilità a un "cessate il fuoco" fin qui rifiutato dai vertici ucraini, che legittimamente chiedono di rivolgere l'appello ai russi per primi. Secondo le fonti diplomatiche ucraine, finora l'unico negoziato proposto dal Vaticano riguarderebbe non l'aspetto militare della guerra, ma uno scambio tra prigionieri di guerra e il ritorno in Ucraina dei bambini rapiti di Mariupol e del Donbass e portati in Russia. "Un rapimento ignobile", lo ha definito il presidente Mattarella nel colloquio con Zelensky terminato intorno alle 11.45.
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