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Pietro Senaldi demolisce Giuseppe Conte: "Dove c'è un fannullone..."

Pietro Senaldi
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Beata gioventù. L’Università Sapienza di Roma ha centomila iscritti ma basta che in quindici montino una tenda davanti all’edificio per protestare contro il caro affitti e in un batter di ciglia calamitano tutte le telecamere televisive. Mamma Myrta Merlino monta una tenda in studio a L’Aria che tira per solidarietà e si becca i vaffa invidiosi della sinistra meno chic, persuasa che con un mese d’affitto di casa sua dormirebbero almeno in trenta matricole. Noi l’abbiamo presa un po’ in giro, affettuosamente, ma capiamo le esigenze di scena, specie quando bastano due lire a far spettacolo, e sotto sotto solidarizziamo con lei. «Le barricate in piazza le fai per conto della (alta) borghesia, che crea falsi miti di progresso», cantava Franco Battiato, a occhi chiusi uno dei musicisti più amati dalla maga de La7.

 

 

 

D’altronde il ragazzo si accampa, protesta e magari si diverte pure, ma chi paga la retta e la pigione sono i genitori, che sgobbano e scuciono e sperano tanto che il governo costruisca pensionati per studenti che però rimangono sempre inesorabilmente sulla carta. È una ruota che gira e si sovvenziona felici la prole, ma anche a Myrta cuore d’oro di mamma viene un po’ d’acidità di stomaco forse, a pensare a quanto le sono costati gli studi dei suoi tre figli e lo fa sapere ai telespettatori.
Quelli con i quali invece non vogliamo solidarizzare sono i politici, soprattutto coloro che si sono messi in fila per servir messa davanti alle tendopoli universitarie. Aveva iniziato il Pd, a Milano, con il prode Majorino, candidato trombato alla Regione Lombardia, che era andato a trovare al Politecnico Ilaria, la madrina degli accampati, e l’aveva fatta parlare niente meno che con la Schlein al telefono. Sarà per questo che la ragazza ha deciso di spicchettare e tornare in quel di Bergamo. I dem milanesi, da che governano in città, hanno azzerato il piano edilizio del centrodestra e tengono trentamila alloggi popolari sfitti. Vogliono trasformare il capoluogo in una sorta di villaggio di lusso per cicloturisti ma si scandalizzano se gli immobili schizzano alle stelle, dopo aver bloccato ogni condono, ristrutturazione, rialzo e costruzione, salvo agli amici degli amici, che di case ne hanno già minimo 120.

 

 

 

I peggiori però, come sempre, sono i grillini. Ieri Conte si è precipitato all’università per mettere anche lui il cappello sulla protesta, accolto da invocazioni per un reddito studentesco. Quando si dice che l’assegno di cittadinanza ha fatto un pessimo lavoro anche a livello culturale... Non c’è che dire, laddove c’è qualcuno che aspira a vivere sulle spalle della comunità, lì l’avvocato Giuseppe è di casa e di tenda. Promettere costa poco all’opposizione, soprattutto quando poi è il governo di centrodestra che trova in un attimo 660 milioni per finanziare gli affitti dei fuori sede.

 

 

 

 

LE NUOVE SARDINE

I ragazzi che si vedono in tv sono sempre gli stessi, ricordano le sardine e più che a laurearsi aspirano a fare la loro fine, farsi eleggere nei consigli comunali dem o entrare nei pensatoi della Schlein. Però testimoniano un problema reale, quello abitativo, che ha tuttavia la particolarità di non riguardare solo loro ma anche chi deve cambiare città per lavorare, chi deve metter su famiglia e chi si è visto raddoppiare il mutuo in quattro mesi per le illuminate politiche monetarie della Banca Centrale Europea, che combatte l’inflazione alimentandola. Proprio perché il problema è di tutti, i giovani si dovrebbero chiedere come mai la politica se ne occupa solo quando interessa loro, che di base neppure pagano le tasse. Forse proprio perché votano senza dover sopportare il costo della democrazia, che in Italia è caro e ha poco ritorno.
A criticare i ragazzi, e peggio a dare loro consigli, si fa la figura dei vecchi rinciuliti. Cionondimeno è d’obbligo metterli in guardia dai politici: li scaccino dalle loro tende, perché sono lì per strumentalizzarli, tant’è che ne hanno già arruolata una buona parte. Gli accampati forse non lo sanno, ma la politica italiana se ne è sempre fregata degli studenti. Nessuna infornata di nuove matricole ha mai avuto pensionati studenteschi, collegamenti rapidi, un sistema di merito e borse di studio civile. La mia generazione faceva lezione nei teatri e ci voleva il binocolo per vedere in faccia il professore. Cionondimeno, alcuni miei compagni di corso, anche pendolari, oggi hanno redditi a cinque zeri, qualcheduno pure sei. Sono quelli che dall’odissea universitaria, perché questo è laurearsi in Italia, hanno capito la lezione principale: bisogna arrangiarsi. Altri non si sono laureati anche se abitavano davanti all’università, o forse proprio per questo.

 

 


L’abbandono è la situazione standard e imperitura dello studente italiano, che se non è davvero eccellente è sempre a carico totale della speranzosa famiglia. Un’altra condizione che pare immutabile è il tentativo della politica di mettere il cappello sulla voglia di protesta giovanile. Un tempo le mettevano anche la pistola in mano. Ora abbiamo fatto passi in avanti. Non serve essere alla vigilia della tesi per capire che Conte va in campeggio studentesco per prendere e non per dare. Il Pd si mimetizza meglio, e soprattutto c’è caso che per indottrinarti la sera ti inviti in terrazzo o in tv, dove è tanto comodo accamparsi e dove la carriera post universitaria è assicurata.

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