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Nicola Porro avverte Meloni: "Riforma costituzionale? Farsi furbi, non farsi... Renzi"

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Il presidenzialismo - elezione diretta del presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio - potrebbe presto diventare realtà in Italia: si tratta di una delle proposte più care a Giorgia Meloni, fin da quando era all'opposizione. Domani si vedranno in Parlamento maggioranza e opposizioni per capire meglio come strutturare questa riforma della Costituzione. Nicola Porro ne ha parlato nella rassegna stampa di questa mattina citando l'intervista di Sabino Cassese al Corriere della Sera: "Lui dice che bisogna aumentare i poteri al premier e bisogna inventarsi la sfiducia costruttiva, cioè se tu sfiduci un governo devi averne un altro che lo sostituisca".

 

 

 

"Il tema fondamentale è che noi dovremo mettere nelle condizioni di tenere in carica governi che nel bene e nel male ci governino per 5 anni - ha continuato il conduttore di Quarta Repubblica - e quest'idea, dell'elezione diretta, rafforzerebbe questa possibilità". Citando sempre Cassese, poi, Porro ha messo in guardia la Meloni: "Cassese risponde indirettamente oggi a una dichiarazione di Tajani, che nei giorni scorsi aveva detto: senza l'opposizione ci saranno i referendum e decideranno i cittadini".

 

 

 

"Se la riforma costituzionale viene approvata dalla maggioranza del Parlamento, cosa che questo governo può fare perché ha la maggioranza sia alla Camera che al Senato, ma non dai due terzi dei parlamentari, cosa succede? Che ci vuole un referendum confermativo - ha proseguito il giornalista -. Cassese però dice: attenzione perché i referendum confermativi per una riforma della Costituzione fatta senza l'opposizione non passeranno, come già successo a Berlusconi nel 2006 e a Renzi nel 2016". Di qui un avvertimento anche da parte di Porro: "La riforma della Costituzione conviene farla in maniera condivisa, bisogna farsi furbi e non farsi "Renzi" e cercare di capire che dobbiamo trovare un modo per rendere un po' più moderna la Costituzione".

 

 

 

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